Gli scrutini sono finiti, la sinistra radicale greca rappresentata da Syriza ha ottenuto la maggioranza dei voti con il 36,34%, che gli attribuiscono ben 149 seggi. Il partito precedentemente al governo guidato da Samaras il Neo democratico, è arrivato solo secondo con il 27,81%, terzi, con il 6,28% i nazionalisti di estrema destra di Alba dorata. Per Tsipras mancano solamente due seggi in parlamento, per agguantare la maggioranza e per formare il nuovo governo. A breve, dunque, potrà esserci l'incontro con gli esponenti dei partiti che hanno oltrepassato la soglia di sbarramento (del 3% in Grecia), ossia il Partito di centro sinistra To Potàmi, il Partito Comunista di Grecia, i Greci Indipendenti e i socialisti di Pasok.

Per chi non lo sapesse, Tsipras ha combattuto fin da quando è scesa in campo (2007) contro l'Austerity e i vincoli di bilancio imposti dall'Unione Europea, che hanno ridotto la Grecia ad uno stato di degrado economico e sociale non indifferente. I punti del programma elettorale del quarantenne Alexis, che adesso dovrà cercare di porre in essere, sono ben chiari e piuttosto ambiziosi: tra i più importanti ci sono il taglio netto del debito pubblico nazionale e la riforma dell'intero sistema politico, soprattutto per quanto riguarda la politica economica e monetaria. Quest'ultima prevede l'eliminazione diretta di tutti i diktat internazionali imposti dalla Banca Centrale Europea e dal fondo monetario internazionale, e la rinegoziazione del debito con gli Stati creditori.

Gli altri propositi sono il rilancio dell'occupazione tramite l'impiego dei giovani, l'aumento dei salario minimo e il ripristino della tredicesima.

Nel campo sociale sono previste delle grosse agevolazioni alle fasce meno abbienti, rendendo dei servizi essenziali pubblici e gratuiti a cominciare dalla sanità, ai trasporti e all'energia elettrica.

Nella lista dei provvedimenti, non meno importante c'è l'eliminazione della tassa sulla casa. Insomma un piano davvero di larghe vedute, che se messo in pratica in ogni sua previsione, darebbe una vera scossa alla Grecia che in questi anni è stata la nazione che ha sofferto più degli altri gli effetti della crisi.