Continua la marcia del Pd renziano che non sembra avere intenzione di mollare l'osso e imperterrito decide di porre nuovamente la fiducia. Stavolta tocca alla legge elettorale, rinominata Italicum, che non piace alla minoranza del Pd ma che continua a procedere nel proprio cammino e ha incassato il primo si alla fiducia. In Camera sono stati 352 i voti favorevoli e 38 gli astenuti, 207 i contrari.
L'evoluzione dell'opposizione renziana
Il governo Renzi continua ad essere criticato non solo dalle opposizioni ma anche all'interno del suo stesso partito democratico però continua ad avanzare con il proprio programma.
Dove sono queste opposizioni? Sembra che tutti si oppongano al presidente del consiglio dei ministri ma che nessuno riesca veramente a dirgli di no. Nota stonata in questa aspra vittoria del fiorentino sono i nomi ridondanti che si registrano tra gli astenuti al voto tra cui sono stati segnati: Letta, Bersani, Epifani, Civati, D'attore la Bindi e Fassina. Nomi importanti che segnano una netta spaccatura nel Pd che pian piano diventa sempre più incisiva e sembra che questa marcia di Renzi stia diventando deleteria per lo stesso partito democratico. Intanto i numeri ci sono e come afferma il ministro Boschi "i numeri sono in linea con quelli ottenuti dai precedenti voti di fiducia". Intanto tra i 207 no si annoverano quelli Forza Italia e Brunetta commenta l'ennesima fiducia chiesta dal governo Renzi etichettandola come un atto che mostra quanto questo esecutivo stia attentando alla democrazia italiana e al potere legislativo di cui è dotato il parlamento.
Intanto il Movimento 5 Stelle chiede l'immediato intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con lo scopo di prendere le difese di un Parlamento, definito dalla deputata M5S Ruocco, "umiliato " e di una costituzione "calpestata".
La prima di tre fiducie sull'Italicum
Quella incassata oggi dal Governo è la prima fiducia sulle tre poste sulla leggere elettorale, precisamente si tratta di quella posta sull'articolo 1 della legge elettorale che riguarda la soglia di sbarramento per le liste portandola al 3%.