Nelle ultime settimane si è parlato molto della "Buona Scuola" del nuovo Disegno di legge ormai al vaglio del Senato, dei pericoli di un futuro incerto per precari, docenti di ruolo, di una non probabile valutazione qualificante e qualificata, dell'impossibilità di realizzare oggettivamente la continuità educativa e didattica, del Dirigente Sceriffo, del curriculum docente, del futuro sfruttamento dei ragazzi con la scuola-lavoro, ma di una cosa non si parla né si scrive, delle deleghe in bianco, contenute nell'art. 22 (Delega al Governo in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione) pag.
32 dello stesso Disegno di legge ora rintracciabile in rete in prima bozza.
Il problema delle deleghe in bianco è serio, serissimo, il Governo in una sola mossa eliminerebbe la necessità di un rinnovo contrattuale, introducendo la libertà governativa di disporre del corpo docente e del sistema nazionale di istruzione e formazione a suo piacimento, modificandone la struttura senza tener conto alcuno delle necessità sindacali di mediazione e dei lavoratori di esprimere la propria opinione.
Il pericolo più grande è certamente quello di veder sparire sindacati e tavoli di contrattazione, vista la condizione obbligatoria della legge di disporre della scuola tutta. Nessuna difesa quindi degli insegnanti, obbligati ad accettare a testa bassa le condizioni di un disegno di legge che se approvato peggiorerà le condizioni professionali - lavorative degli stessi e la qualità dell'insegnamento, del personale ata (segreteria, collaboratori scolastici) della dirigenza scolastica e delle nuove generazioni.
Il Governo è, cita testualmente l'articolo: " delegato ad adottare entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, al fine di provvedere al riordino (?), alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione, anche di coordinamento con le disposizioni di cui alla presente legge".
L'ultimo grido d'aiuto la scuola lo rivolge al Presidente della Repubblica Mattarella, garante della costituzionalità delle leggi, con la Petizione presentata dall'Associazione di insegnanti Gessetti rotti protocollata 22 aprile 2015 in cui si chiede a Questi di valutare il Disegno di legge profondamente contestato dalla scuola.
Una certezza ad ogni modo c'è, ogni passo volto all'eliminazione del Ddl è stato prodotto dalla determinazione e dalla caparbietà dei liberi cittadini fortemente motivati ad impedire lo scempio di una scuola totalmente deprivata di volontà e completamente svuotata della sua competenza più grande: l'esperienza sul campo.