Chi è Malala Yousafzai, 18enne pakistana vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 2014? È una giovanissima blogger e attivista per i diritti umani e delle donne in Pakistan, da sempre attiva nelle zone del Paese in cui imperversano i talebani e che già dall'età di 11 anni, attraverso il suo blog anonimo, denunciava la distruzione delle scuole in cui studiavano ragazze nella regione dello Swat e nella città di Mingora. Scuole distrutte, ovviamente, dai talebani e dal loro odio nei confronti dell'educazione femminile.
Il blog di Malala diventa celeberrimo nel giro di due anni, tanto da venir pubblicato dalla Bbc mentre la ragazzina continua a narrare quanto stanno compiendo i talebani in quella regione.
I talebani, a questo punto, la prendono direttamente di mira, assalendo un bus scolastico sul quale si trova e colpendola alla testa e al collo con armi da fuoco. Ma Malala sopravvive, i proiettili le vengono asportati e lei continua la sua opera di denuncia senza farsi intimorire.
Gli stessi talebani hanno poi rivendicato l'attentato, facendo sapere come per loro Malala sia simbolo degli infedeli e dell'oscenità. L'attentanto, però, ha portato a Malala una celebrità ancora maggiore, che l'ha portata in giro per il mondo a denunciare i talebani e quanto avviene in determinate zone del Pakistan. Tra i suoi discorsi più noti, uno tenuto al Palazzo di Vetro dell'ONU indossando uno scialle di Benazir Bhutto (ex presidente del Pakistan uccisa in un attentato) e lanciando appelli affinché tutti i bambini del mondo possano avere una giusta istruzione.
Il suo lavoro per denunciare i talebani e promuovere l'educazione l'ha portata a vincere il premio Nobel lo scorso anno, così come anche il premio Sakharov per la libertà di pensiero, che le venne conferito direttamente dal presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Non è quindi strano che Malala sia stata uno dei protagonisti dei temi della maturità, visto il ruolo cruciale che l'educazione ha nella sua battaglia.
L'educazione, in grado di aumentare la consapevolezza delle persone e la loro capacità di pensare in maniera autonoma. E proprio per questo nemico numero uno dei talebani e degli estremismi violenti di tutto il mondo.