"Daje!": fu questo lo slogan di Ignazio Marino, medico chirurgo specializzato in trapianti di cuore, che circa due anni fa si presentò alle elezioni amministrative di Roma. A bordo della sua inseparabile bicicletta, con cui ancora oggi si reca in Campidoglio, Marino ha intrapreso il suo mandato il 27 maggio 2013 ottenendo il il 51% dei voti dei romani. Un risultato che di quello slogan deciso ed intraprendente, si potrebbe dire, ha ben poco. Fra le tante critiche ricevute in questi anni, però, bisogna riconoscere un merito nelle promesse elettorali del Sindaco Marino.
La sua prima dichiarazione pubblica infatti si è rivelata decisamente profetica: "il Campidoglio andrà ora liberato da una politica oscura". Molti si domanderanno, allora, come un politico genovese, per di piú lontano dall'Italia per tanti anni, fosse a conoscenza delle fitte trame che si celavano nel sottobosco del Campidoglio. Ebbene, Marino lo ha spiegato proprio il 9 giugno scorso durante un'intervista al programma La7 "Di Martedí". "Roma è una città dove si scambiano privilegi da una decina d'anni. Pensi - rivolgendosi a Giovanni Floris - io me ne sono accorto sin dal primo giorno, ho scelto un metodo innovativo che anche allora venne molto criticato dai partiti. Mi accorsi che qualcosa non tornava nell'amministrazione capitolina, allora sono andato dal Ministro dell'Economia Saccomanni poche settimane dopo la mia elezione chiedendo d'inviarmi degli ispettori della guardia di finanza dentro il Comune che potessero controllare tutti i libri ed i registri degli anni precedenti.
Dal 13 settembre 2013, gli ispettori della guardia di finanza sono stati 6 mesi in Campidgolio. Il governo Alemanno, rispetto a quello Berlusconi che era riuscito a colmare il rosso della governance precedente, nonostante questo mi ha lasciato un vuoto di un miliardo su cui indagare".
In questi anni, Ignazio di scivoloni ne ha commessi parecchi: a partire dalle multe protratte per mesi al suo pandino rosso in sosta al centro storico, per poi confondere il Grande Raccordo Anulare con l'anello ferroviario che collega Roma e provincia, oppure il rifiuto di Barack Obama per visitare il Colosseo insieme al Sindaco, e tante scene simili deprimenti per la sua carica.
Tutto si può rimproverare al Sindaco Marino, ma con una certa forzatura possiamo assimilarlo alle vicende di Mafia Capitale. Anzi fu lui stesso a portare i dossier al Procuratore di Roma Pignatone per far ingranare le indagini.
Ignazio Marino, nato a Genova nel 1955, vive a Roma da quando ha 14 anni. Si è laureato in medicina e chirurgia all'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha studiato a Cambridge in Inghilterra, negli Stati Uniti a Pittsburgh e si è specializzato in trapianti d'organo: in Italia ha eseguito il primo trapianto su un paziente sieropositivo.
Nel 2006 si è candidato al Senato come indipendente ed è stato eletto nei Democratici di Sinistra. Nel 2008 è stato rieletto in Senato con il Partito Democratico. Da quando si è impegnato in politica, Marino si è sempre occupato di diritti civili e sanità.
Sicuramente, Ignazio Marino non sarà un Sindaco che i cittadini romani sentono "loro", ma su una cosa si può essere certi: date a Marino quel che è di Marino, quindi non la diffamazione ma la correttezza nel non addossargli un'illegalità in cui non risulta ancora coinvolto. E poi restituitegli la bici, in ultimo, che se proprio decida di lasciare il Campidoglio, almeno lo faccia mantenendo lo spirito con cui arrivò a Roma.