Il governo incassa la fiducia al Senato sulla riforma della scuola. I voti dei senatori sono sufficienti al governo per portare a casa la riforma, anche se i voti a favore del governo sono tre in meno della maggioranza assoluta. Adesso il provvedimento dovrà passare di nuovo alla Camera, ma si prevede un passaggio lampo.

Il voto

Le operazioni di voto si sono svolte in un clima tutt'altro che disteso, come si apprende da Adnkronos.com. Sel, Movimento 5 Stelle e Lega hanno espresso il loro dissenso a forte voce, ma non hanno potuto fare niente per cambiare il risultato del voto.

Il governo incassa 159 sì, contro 112 no. I dissidenti del Pd sono soltanto tre: Mineo e Tocci, che non hanno partecipato al voto, e Ruta, che invece ha votato no. Il ministro Giannini ha espresso la sua soddisfazione sia per il voto di oggi sia per la riforma stessa, che è stata approvata rispettando i tempi promessi. "Su questi temi per la prima volta si riesce a superare un muro che molti ministri non sono riusciti a valicare" (Adnkronos.com) continua con soddisfazione e orgoglio la Giannini. Il ministro dell'Istruzione ha promesso una fase di dialogo con il mondo della Scuola dopo che la riforma sarà definitivamente approvata. Per quanto riguarda le contrarietà delle opposizioni, le loro ragioni rimangono sempre le stesse, tranne per quanto riguarda la Lega.

Le proteste della Lega

Per la Lega un punto fondamentale contro il maxiemendamento approvato poco fa era una parte di quest'ultimo che parlava dell'insegnamento della teoria gender. "Difendiamo i nostri bambini dalla scuola di Satana", recitava uno stricione srotolato in aula dai sentari leghisti. Su questo argomento forti anche gli attacchi al partito del ministro Alfano, uno dei bersagli preferiti del carroccio.

I senatori della Lega accusano gli esponenti di Ncd di "andare a blaterare nei salotti tv di famiglia e tradizione" e poi votare una norma che, secondo loro, la insidia solo per mantenere le sedie al tavolo del consiglio dei ministri. "E' vergognoso che in questa riforma non si parli di famiglia, peraltro l'unica che esiste e di educazione ma di assurde e malsane teorie" (Adnkronos.com) dichiara Stefano Candiani, senatore della Lega.

Le proteste degli insegnanti

Fuori dall'ingresso del Senato alcuni insegnanti hanno protestato contro l'approvazione del Ddl, ma non si sono verificati episodi di disordini o violenza. Resta il fatto che la maggior parte degli insegnanti continua a non accettare la riforma, non per qualche inezia, ma per quanto riguarda l'impianto principale della riforma stessa. A questo punto, la riforma parrebbe praticamente portata a casa, salvo sorprese dell'ultima ora, e il governo può segnare questa vicenda sotto la colonna delle vittorie. Ma la domanda è d'obbligo: Renzi e il suo partito la pagheranno in termini di voti? Gli insegnanti costituiscono una parte fondamentale del bacino storico da cui il Pd attinge voti. La risposta a questa domanda sarà certa solo alle prossime consultazioni, certamente Renzi, in questo caso, è riuscito a spuntarla.