Ancora novità per il mondo del lavoro. Con l'approvazione di alcuni decreti attuativi del Jobs Act, i lavoratori vedranno avvenire dei cambiamenti per quanto riguarda la materia del congedo parentale, ma anche per la cassa integrazione. Ecco quali sono i principali cambiamenti.
Congedo parentale
Con questo decreto, i genitori avranno il diritto di richiedere il congedo parentale, retribuito con il 30% dello stipendio, fino a quando il bambino non avrà raggiunto il sesto anno d'età. Dal momento che adesso è possibile richiederlo solo fino al compimento dei tre anni del bambino, si tratta di un'estensione del diritto, con l'obiettivo di esternderlo ulteriormente per le famiglie più indigenti.
Viene anche esteso il diritto di richiesta del congedo parentale non retribuito. Adesso è possibile usufruirne fino agli otto anni d'età del bambino, con questo decreto sarà possibile richiederlo fino ai dodici anni d'età dello stesso. La durata del congedo rimane di sei mesi, che potranno diventare dieci. Inoltre, un'altra novità è quella di poter scegliere di sfruttare il congedo parentale con un orario part time al 50%, a condizione che questo non venga cumulato con i permessi. Il preavviso da dare al datore di lavoro per avvisarlo della scelta del lavoratore di usufruire di queste norme scende da 15 a 5 giorni, salvo diverse indicazioni presenti nel contratto collettivo. Queste novità varranno anche per i genitori adottivi e affidatari.
Cassa integrazione
Anche la cassa integrazione viene modificata con l'entrata in vigore di questa parte del Jobs Act. Il tetto massimo di tempo per godere dell'ammortizzatore sociale scende infatti a 24 mesi, contro il vigente tetto di 48 mesi in cinque anni. Tale termine potrà essere esteso a 36 mesi in caso di utilizzo del contratto di solidarietà.
Sarà però possibile usufruire della cassa integrazione anche per le imprese più piccole: l'ammortizzatore sociale varrà infatti per tutte le imprese con più di cinque dipendenti. Per quanto riguarda le aliquote da pagare per la cassa integrazione, il decreto prevede un meccanismo di bonus-malus. Da una parte la cassa integrazione viene quindi estesa a chi prima non ne aveva diritto, dall'altra viene invece ridimensionata: dal primo gennaio 2016 infatti non sarà più possibile richiederla in caso di cessazione definitiva dell'attività produttiva da parte dell'azienda.
Se però l'azienda avrà prospettive di rapida cessione, è previsto un fondo di 50 milioni per anno per il periodo 2016-2018, che dovrà coprire la cassa integrazione in deroga, o almeno una parte di essa.
Altre novità
Il decreto prevede l'istituzione di un'agenzia per le politiche attive, che avrà il compito di riordinare le politiche attive volte all'occupabilità e al collocamento. E' prevista anche la costituzione di un albo nel quale saranno presenti tutti i soggetti atti a svolgere le suddette politiche attive. Infine, col decreto si prevede un'agenzia unica dell'ispettorato del lavoro, che, coordinando anche gli ispettori Inps e Inail, avrà il fine di razionalizzare e rendere più efficienti i controlli e le ispezioni, evitando sovrapposizioni e avendo come obiettivo la collaborazione.