"I boss dei clan sono fan di Di Battista e Di Maio", così ha esordito Mario Orfini, presidente del PD , nella conferenza stampa di ieri. La notizia non ha perso tempo a girare e sui social tutti gli elettori del Movimento 5 Stelle si sono indignati per le dichiarazioni dell'esponente del partito di sinistra, chiedendone a gran voce la querela.
Le basi della dichiarazione di Orfini
Orfini pronuncia questa dichiarazione senza aggiungere altro, senza specificare su che basi afferma ciò e soprattutto come egli ne sia venuto a conoscenza. Secondo le ultime indiscrezioni sembra che quanto detto prende spunto da due "like" sui profili facebook di Di Battista e Di Maio ricevuti da parte di un esponente del clan di Ostia.
"Di cosa sta parlando Orfini? Ha idea di come funziona facebook?" tuona Di Maio "Chiunque può ricevere dei "like" da chiunque" e continua "Ma non si vergogna Orfini ad usare un'argomentazione senza senso?".
Le controaccuse di Luigi Di Maio
Di Maio continua accusando il presidente del PD di aver pronunciato quelle parole per nascondere "fatti di assoluta gravità" circa il coinvolgimento del PD nello scandalo di mafia capitale, come quello che il sindaco Marino nel 2013, all'atto del suo insediamento, ha annunciato che avrebbe devoluto il suo primo stipendio da sindaco alla Coop29 di Salvatore Buzzi, o anche che dalle intercettazioni di Buzzi lo stesso dichiara "Se resta sindaco Marino, con il mio amico ci mangiamo Roma" ma anche "i consiglieri comunali devono stare ai nostri ordini".
Di Maio poi fa notare che è stato proprio Orfini ad essere nominato Commissario del PD a Roma con il compito di ripulire la Giunta Comunale oltre all'intera sezione del partito e, dopo l'evidente fallimento del suo operato, ne chiede le dimissioni.
Possibili risvolti
Orfini è però protetto dall'immunità parlamentare e gli esponenti del M5S lo sfidano a rinunciarvi. Di Maio ha già dichiarato che se ottenesse il risarcimento lo devolverebbe interamente al fondo per il microcredito alle piccole imprese che già finanzia con i tagli al suo stipendio.