Varoufakis e Tsipras come Gianobifronte, il dio romano in grado di guardare dentro e fuori dallaporta. Quella dell'Eurozona.

A più di una settimana dalla vittoriadell'Oki al referendum sulle condizioni imposte dai falchidell'Eurozona e dalle sue dimissioni da ministro dell'economia,Yannis Varoufakis è l'unico vero "vincitore" della tragedia che staper travolgere la Grecia.

In una recente intervista alsettimanale britannico “NewsStatesman”, l'economista rivela cheaveva un piano per far uscire il Paese dall'impasse, ma le sueposizioni sono state appoggiate dal premier Alexis Tsipras, di cui alungo è stato il braccio armato.

Secondo Varoufakis, nonostante iltanto decantato input referendario, Tsipras avrebbe frenato con leprovocazioni, accettando quanto proposto nelle trattative conl'Eurogruppo, sulla scia di quanto fatto dal “nemico” Samaras, expremier battuto alle urne.

Nel suo personalissimo dopo referendum,invece, Varoufakis avrebbe previsto una serie di misure economichevolte a risollevare l'economia ellenica e a creare “terrore” suimercati finanziari, così da incutere timore agli alleati europei ericreando in un certo senso una situazione simile a quella di cinqueanni fa, quando la paura del contagio del default greco versoPortogallo, Spagna, Italia, Irlanda e in parte Francia, portòBruxelles ad adottare misure straordinarie.

Sul “Washington Post” Matt O'brienha scritto che la strategia di Syriza, quella di negoziare o usciredall'Euro, avrebbe dovuto esser attuata a quel tempo e non ora. Oggila Grexit rappresenta più un problema di precedenti, diirreversibilità dell'euro e di una rottura dell' “unione” cheuno tsunami economico. Nel frattempo, tra una crisi e l'altra,“nonostante l'economia nell'Eurozona non sia migliorata i verticieuropei hanno messo in atto tutte le misure necessarie per evitare ilcontagio greco” scrive.

Privando Atene dell'unica arma in suopossesso: quella di essere un pericolo anche per gli altri partner.Anzi. La strategia di Syriza, secondo il giornalista americano, haprodotto solo danni economici: prima del suo avvento, infatti, per il2015 era prevista una crescita del Pil del 2%. Ormai un miraggio. Untotale insuccesso.

Ecco quindi Giano Bifronte.

Varoufakispronto allo scontro, è la parte che guarda al futuro fuori dall'Ue.Tsipras, con la sua metamorfosi da beniamino dell'anti-austerity a Yesman delle istituzioni europee, quello che guarda al passato,dentro e solo dentro alla porta di Bruxelles. Non più la divinità a cui aggrapparsi in caso di cicli negativi.

Altra metafora calzante per definire idue ex combattenti greci è quella invocata da Matteo Faini su Limes.Quella del gioco del pollo, un duello in cui vince chi non sterza la sua auto in corsa,inducendo l'avversario credere di esser pronto alla collisione se non sarà lui a cambiare traiettoria. Anche qui tra i due il pollo è Tsipras, che ha cambiato traiettoria mancando lepromesse pre-elettorali.

Da questa situazione la sua strategia non ha ottenuto nessun vantaggio: né nellenegoziazioni, anzi chinando la testa aBruxelles, facendo pagare un prezzo altissimo al popolo greco. Ancheper questo qualcuno in patria chiede un passo indietro.