Mai come in questi giorni può essere molto utile ascoltare o leggere chi ha vissuto girando, studiando e raccontando il Medio Oriente, attraverso i suoi conflitti e le sue tante anime. Pino Scaccia, per anni noto e apprezzato inviato di guerra del Tg1, sfoglia i suoi ultimi lavori 'Nell’inferno dei Narcos' appena uscito in libreria e 'Giornalismo ritorno al futuro', in uscita a dicembre, mentre ricorda i suoi reportage dall’Afghanistan e dall’Iraq. “A Kabul, nel dicembre del 2001 subito dopo l’attentato alle due torri, già scrivevo le impressioni di quello che sembrava uno scontro di civiltà. Già allora, andando a guardare dall’altra parte del mondo, mi ero reso conto di quanto fosse completamente diverso dal nostro. Bisogna distinguere. Fra i musulmani in generale e gli estremisti. La differenza è notevolissima. E’ ovvio che i nostri errori sono stati quelli di intervenire in maniera forte e pesante e talvolta anche in maniera gratuita. L’Afghanistan, a parte i Talebani, ha un popolo pacioso. Poi si è aggiunto l’intervento in Iraq, errore fondamentale. Guerra inutile, fatta per forza, appoggiando proprio i Paesi più estremisti. Siamo andati lì, anche nella prima guerra del Golfo, alleati dei Sauditi quando anche i bambini sanno che Al Qaeda è finanziato dall’Arabia Saudita che anche oggi è uno del Paesi più estremisti del mondo insieme al Pakistan che ospita Al Qaeda”.

'Ragioniamo dispari'

Scaccia lo ha spiegato anche nel suo blog il concetto di parzialità che trova spazio nei ragionamenti e nei discorsi post attentati. “Le domande che noi occidentali facciamo dopo Parigi, vanno ribaltate - prosegue Scaccia -. Io dico che ragioniamo dispari. Se io fossi uno di loro e gli americani mi avessero ucciso un padre o un figlio io avrei l’odio dentro me. Non c’è niente da fare, odiano il nostro mondo. Sappiamo che i terroristi di Parigi sono cittadini francesi ma dentro avevano quest’odio. Si contrabbandano sempre per motivi nobili le guerre. Lo scontro vero è quello di civiltà. Un discorso scomodo. Noi occidentali, rappresentiamo solo il 5% del pianeta mentre consumiamo l’80% delle risorse e in posti come in Afghanistan vivono con un pugno di riso.

Dobbiamo fare i conti con tutto ciò . Citiamo sempre l’Africa perché da lì arrivano ma non è quello il problema. C’è tutto un mondo sotto la soglia, tutto il sud est asiatico, nell’est europeo, in sud America ho visto gente mangiare la terra, la povertà. Non vogliamo cambiare il nostro terrore di vita ma andiamo verso il disastro”.

Isis

L’Isis va combattuto però si consideri che la maggior parte delle vittime sono proprio i musulmani”, puntualizza Scaccia che per mesi ha seguito anche la rivolta in Libia. “Ed è centrale perché probabilmente tutto è nato da là. Noi occidentali, soprattutto i francesi, abbiamo rovesciato Gheddafi e adesso la Libia è in pieno caos, si è esteso il fondamentalismo in tutta l’area, tutti vogliono la Sharia.

Al Jazeera si è inventata tutto pur di giustificare l’intervento per l’abbattimento di Gheddafi, mandando in onda notizie di mille morti mentre non c’era nulla. Il risultato è che in Libia adesso c’è un governo completamente islamico. Qualcuno ha detto che l’Isis è frutto dell’America, ma sicuramente è frutto degli errori degli americani”.

L’intelligence?

Ma la politica estera dei Paesi occidentali non è il solo percorso a ostacoli, secondo Scaccia. Perché poi, aggiunge, “Ci sono errori di intelligence. Basta guardare la Francia. La nazione più attiva, che ha bombardato la Libia, la Siria, anche in Mali hanno una presenza forte. Era chiaro che sarebbe diventato il primo obiettivo. Chiusura delle frontiere?

Inutile, se stanno già tra noi. Non ci rendiamo conto che sono già cittadini europei, cresciuti qua. Così come, in Italia, non guardiamo ai tanti negozi di arabi che stanno intorno al Vaticano. Nulla contro gli arabi, che adoro. Ma tutti quei negozi, con il piano di sicurezza per il Giubileo, sono stati controllati?”.