Per chi non lo sapesse, Nino Di Matteo è il Pubblico Ministero che sta seguendo il processo della trattativa Stato – mafia,ovvero quel procedimanto giudiziario a carico di nomi eccellenti e non, che dovrebbe far chiarezza sui rapporti tra Stato Italiano e mafia negli anni dei grandi attentati dove persero la vita, tra gli altri, anche i Giudici Falcone e Borsellino. Si tratta di una inchiesta che potrebbe radicalmente cambiare l’assetto Istituzionale del Paese, se venissero accertate le responsabilità che si temono. Un terremoto di proporzioni inaudite che farebbe tremare non solo l’Italia, ma l’Europa tutta.
Fin qui è tutto chiaro.
Il silenzio delle Istituzioni
Quello che non è chiaro è perché politici e istituzioni, sempre pronti a cavalcare l’onda mediatica prodotta da simili indagini, non ne parlino, o comunque non trattino l’argomento con la necessaria enfasi che meriterebbe. Considerando la delicatezza dell’argomento e l'assoluta peculiarità (propria del Bel Paese) rappresentata da un simile procedimento giudiziario, ci si sarebbe aspettato che tutti i riflettori dei media fossero puntati su questa persona. Mai, invece, avremmo pensato di vedere che non solo i riflettori non sono puntati su di lui, ma addirittura che si sono spenti. Ebbene sì, un surreale clima di silenzio intorno alla persona di Nino Di Matteo è calato da parte di tutti, o quasi.
L'iniziativa del mondo civile
Gli unici che stanno tentando di ricordare al mondo intero che Di Matteo sta svolgendo un lavoro tanto encomiabile quanto pericoloso sono Salvatore Borsellino, il Movimento delle Agende Rosse e Scorta Civica Palermo. Insieme hanno organizzato, proprio per tentare di riaccendere quell'interesse che merita, una manifestazione che si terrà sabato 14 novembre a Roma.
In tutto questo, però, ci chiediamo: dove sono i politici che avrebbero dovuto sponsorizzare in massa la manifestazione e sollevare il problema? Perché le Istituzioni non sono al fianco di Di Matteo, come sarebbe naturale? C’è forse paura che possa scoprire qualcosa di grave? Ed è così pervasiva la mafia in Italia, da far tacere istituzioni e politica all’unisono?
L'assuefazione e il silenzio
Il silenzio calato sulla persona di Nino Di Matteo è a dir poco inquietante. Ed è ancora più inqiuetante che pochi cittadini seguano con attenzione questi argomenti. Non si tratta solo di Di Matteo. Ormai, i livelli di assuefazione a cui siamo arrivati in questi ultimi anni, ci fanno apparire la lotta alla mafia come lontana da noi e dal vivere quotidiano, quasi fosse una fiction di terza categoria. Altra dimostrazione del basso livello di attenzione è stata, ad esempio, la scarsa partecipazione alla manifestazione "Svegliati Aemilia!" che si è tenuta a Reggio Emilia il 26 settembre u.s. proprio per accendere i riflettori (per l'appunto) sul processo che vede indagati politici e imprenditori (117 persone) legati al clan 'ndranghetista Grande Aracri.
La Lotta alla mafia, però, non è fiction scadente, ma è tangibile realtà. Non dimentichiamo che la mafia è quell'organizzazione criminale che elimina persone come fossero birilli (Roberto Straccia), oppure che muove milioni e milioni di euro vendendo droga, distruggendo vite e speranze ed è assolutamente intorno a noi. L’augurio che ci facciamo è che finalmente le coscienze civiche, istituzionali e politiche si risveglino presto e (perché no?) magari proprio in occasione della manifestazione di sabato 14 novembre a Roma.