Se è vero che più o meno la metà della ricchezza mondiale, 110000 miliardi di dollari è nelle mani dell'1% della popolazione del pianeta, una parte molto consistente di tale benessere si trova da molti anni in Arabia Saudita. Il 26% delle riserve petrolifere della terra si trovano lì, e sono amministrate da un'unica famiglia, al potere dal 1932, che detiene anche l'autorità politica del paese, esercitata con l'ausilio di una monarchia assoluta ereditaria: il clan Saud.

Gli wahabiti e Allah

Seguaci del sunnismo wahabita, l'Islam più ortodosso e intollerante, Il Re e la nobiltà saudita, esercitano il potere in maniera autoritaria, concedendo al proprio popolo pochissime aperture.

Non esiste nessuna divisione del potere e l'unica entità da seguire, che può considerarsi superiore alla famiglia reale, è il solo Allah.

Petrolio, potere e diritti umani

Dopo la morte di Re Abdullah, il nuovo monarca Salman, in carica da quasi un anno, si è trovato a gestire situazioni piuttosto complesse. Se da un lato gran parte della popolazione, denunciando sistematiche violazioni dei diritti umani, invoca l'avvento di una monarchia costituzionale, manifestando apertamente il proprio malcontento, dall'altro la politica petrolifera adottata per schiacciare la concorrenza degli altri paesi esportatori, ha aumentato all'inverosimile l'estrazione del greggio, in virtù dell'abbassamento sistematico dei prezzi, rischiando così di portare il paese al collasso.

A tale picco di produzione seguirà a breve termine un inesorabile declino, dovuto all'impossibilità di tradurre in esportazione gli alti tassi di consumo domestico, con conseguente crollo della bilancia commerciale e degli introiti in generale, che per l'80% derivano appunto dalla vendita dell'oro nero. Per contrastare l'aumento del prezzo del petrolio e dei beni di prima necessità, seguiranno ovviamente tagli drastici ai sostanziosi sussidi che il reame distribuisce per carburante, alloggi e tanti altri beni di consumo.

Nuove prospettive o vecchi rimedi?

E mentre le entrate si prosciugheranno sempre di più e il malcontento e i disordini aumenteranno, una nuova primavera araba sconvolgerà l'Arabia saudita? E come verrà affrontata dal regime? Ascolterà il suo popolo e le richieste di cambiamento o si rifiuterà aumentando la sua egemonia nella penisola arabica e sponsorizzando nuove politiche di petro-dominazione?