“Nel 1998 Ciampi, ministro del Tesoro, e Draghi, direttore generale, non ce la fecero a riformare le popolari, questo Parlamento sì”. È il messaggio di soddisfazione lanciato da Matteo Renzi ai suoi detrattori, all’atto della presentazione del pacchetto che restaura la Pubblica Amministrazione. Le banche popolari, proprio sulla base del nuovo provvedimento, avranno la possibilità di aggregarsi modificando la loro natura. Un cambiamento che prelude alla quotazione in borsa delle stesse con riassetti interni delle governance. L’annuncio non ha spazzato via le polemiche che ancora persistono dopo il via libera dell’esecutivo al decreto “Salva-banche” che, un mese orsono, ha consentito il salvataggio di Banca delle Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara.
Nelle ultime ore sulla questione si è registrato l’affondo del capogruppo NCD in Consiglio regionale della Toscana, Giovanni Donzelli. Quest’ultimo ha rivelato il finanziamento di 15 mila euro della Banca Etruria (attraverso la società Intesa Aretina di cui è socia) in favore della Fondazione Leopolda di Renzi. Un collegamento temporale che ha riproposto il presunto conflitto d’interessi che collegherebbe, secondo l’accusa, il governo con il decreto di salvataggio delle quattro popolari.