‘’Obiettiamo la sanzione’’. A volte bastano solo tre parole e un hashtag su twitter per catturare l’attenzione su una questione delicata come quella dell’aborto. La questione torna prepotentemente alla ribalta anche grazie a Sinistra italiana che spiega, in un comunicato,perché hanno presentato una mozione parlamentare e una petizione sul sito change.org.

“Chiediamo al governo di ritirare la norma che prevede multe fino a 10 mila euro per le donne che ricorrono all’aborto clandestino’’. A parlare è Marisa Nicchi, deputata di Sinistra italiana e componente della Commissione Affari Sociali.

Uno stratagemma per fare cassa

Il riferimento è all’articolo 1 del disegno di legge in materia di depenalizzazioni dei reati: tra le violazioni per le quali il governo ha stabilito solo una sanzione pecuniaria rientra anche l’articolo 19 della legge 194 sull’aborto. Se la legge 194 stabiliva all’inizio 51 euro di multa (100 mila lire dell’epoca) per la donna che si sottoponeva all’aborto clandestino, con la nuova legge sulla depenalizzazione adesso le multe vanno da 5 mila a 10 mila euro. Secondo le opposizioni, l’ennesimo stratagemma del governo per fare cassa solo che questa volta sulla pelle delle donne.

Misura rischiosa

Per la deputata Nicchi, quella del governo è una misura estremamente rischiosa e punitiva.

E’ punitiva proprio perché molto spesso le donne sono costrette a ricorrere alla clandestinità. ‘’Perché, piuttosto che demonizzare il fenomeno, il governo non mette in campo una serie di monitoraggi sull’aborto clandestino? Perché non si organizzano campagne di educazione ai contraccettivi nei consultori? O nelle scuole?’’.

I medici obiettori

E se tutt'ora, nonostante la presenza di una legge, ci sono ancora tante donne che preferiscono abortire rischiando la propria vita, è evidente che un problema c’è: quello dell’aumento, nel nostro Paese, dei medici obiettori di coscienza. Le cifre sul fenomeno degli obiettori delinea un quadro allarmante: a livello nazionale è coinvolto circa il 70 percento dei medici.

Solo la Campania sfiora l’82,2 percento, in Basilicata gli obiettori sono quasi il 90 percento. Tutto ciò determina, di conseguenza, l’incremento del triste fenomeno del turismo abortivo e dell’aborto clandestino.