Domenica 17 Aprile, dalle 7:00 alle 23:00, i cittadini italiani sono chiamati alle urne per abrogare o meno il comma 17 del decreto legislativo numero 152. In pratica, gli italiani sono chiamati a scegliere se eliminare o meno, quel periodo contenuto nel comma 17, che prevede la possibilità di continuare le trivellazioni offshore (entro 12 miglia dalla costa) oltre il termine di scadenza delle concessioni: 'per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientali'. Sostanzialmente, si decide se le varie compagnie, che realizzano l'estrazione di petrolio e metano offshore, possono continuare o meno le trivellazioni fino all'esaurimento dei giacimenti.

Per essere valido il referendum deve votare almeno il 50% più 1 degli aventi diritto al voto.

Il fronte del 'Sì'

Il fronte del 'Sì' è rappresentato principalmente dal comitato 'No-Triv', ma anche da associazioni ambientaliste come il WWF e Greenpeace. I favorevoli all'abolizione del comma 17 sostengono che un ulteriore sfruttamento dei giacimenti offshore potrebbe avere notevoli ripercussioni sull'Ambiente, come dimostra uno studio pubblicato sul sito di Greenpeace. Ma soprattutto, sono contrarie alle trivellazioni offshore le Regioni, che sono state anche le promotrici della consultazione popolare. Secondo il loro punto di vista, questo referendum è un atto politico, in quanto vuole essere un avvertimento nei confronti del Governo, affinché punti meno sull'energia ricavata da risorse fossili e maggiormente sulle varie fonti di energia rinnovabile.

Il fronte del 'No'

Il fronte del 'No' è rappresentato principalmente dal comitato 'Ottimisti e razionalisti'. Tutti quelli contrari all'abolizione del comma 17 sostengono che proseguire le trivellazioni offshore non creerà alcun impatto negativo sull'ambiente, anzi, eviterà che i nostri mari siano invasi da petroliere. Soprattutto, sostengono che una chiusura delle varie piattaforme di estrazione, entro i termini delle concessioni, avrà conseguenze negative sul piano occupazionale.

In ultimo, il comitato 'Ottimisti e razionalisti' stigmatizza la posizione delle Regioni, inquadrandola come un atto di rivalsa per le riforme costituzionali, che attribuiscono loro meno poteri e meno autonomia, anche per quanto riguarda il settore delle energie.

Comunque la si pensi, domenica 17 aprile, si dovrebbe andare a votare, perché il Referendum è uno straordinario strumento di democrazia diretta, che deve essere difeso con la partecipazione.