Un nuovo modello di città lontano dai poteri forti, senza compromessi a ribasso e con al centro il primato della politica nel governo. Sembra avere le idee chiare Stefano Fassina, candidato al Campidogliotra le fila della neonata Sinistra Italiana. L’ex dirigente del Partito Democratico è stato il primo a scendere in campo in una tra le più caotiche campagne elettorali di Roma. Alle tribune televisive preferite dagli altri concorrenti che pure godono dei favori del pronostico, Fassina ha deciso di ripartire dalle piazze e dalle manifestazioni dei lavoratori.
Una scelta non premiata del tutto dai sondaggi elettorali che individuano in Ignazio Marino un suo potenziale alter ego. Lo stesso viceministro dell’Economia nel governo Letta, ha invitato più volte l’ex compagno di partito a restare lontano dalla contesa e a sostenere la sua candidatura. Il sindaco defenestrato dalla segreteria nazionale dem non ha però sciolte le riserve su un suo impegno, rinviando a data da destinarsi un annuncio che finirebbe con il lacerare ancor di più l’elettorato romano progressista. Proprio questa incertezza ha spinto Fassina a chiudere la porta al marziano: “Abbiamo proposto a Marino di partecipare alle primarie di Sinistra, ma siamo già pronti a lavorare sulle liste”.