Il recente attacco terrorista a Rouen in Francia, conferma ancora una volta l’imprevedibilità e la crudeltà dell’Isis. Il macabro assassinio di padre Jacques Hamel avvenuto all’interno della sua chiesa mentre celebrava messa, è divenuto il simbolo di una guerra che non conosce pietà. La Francia è implosa all’interno dilaniata dai suoi stessi figli che hanno sposato la causa di Daesh. Dal Vaticano la strada intrapresa è quella della prudenza nel reagire ai drammatici eventi. Toccherà a Papa Francesco indicare la linea, la direzione, che non riguarda solo i cattolici.
Se l’Isis continua a imperversare come una scheggia impazzita, lo si deve anche all’inadeguatezza della classe politica europea. Proprio per questo in molti guardano al Vicario di Pietro come all’unico leader capace di trovare la soluzione più appropriata in questo stato massimo di emergenza. Nelle ultime settimane i principali leader europei hanno intensificato i colloqui con il Papache ha tenuto a precisare loro il suo pensiero. “C’è guerra per interessi, soldi, risorse della natura, per il dominio sui popoli - ha sottolineato sul volo che lo ha portato a Cracovia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù - questi sono i motivi. Qualcuno parla di guerra di religione, ma tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri, avete capito?”.