La coalizione Noto Bene Comune ha preso a cuore fin dall'inizio la questione della difesa dell'ospedale Trigona e dei reparti che inopinatamente l'assessorato regionale ha deciso di spostare ad Avola. Il leader Corrado Figura nei giorni scorsi ha avuto il merito di accendere i riflettori sul decreto assessoriale e parlare con il cuore in mano all'opinione pubblica ricordando le prese di posizione del Consiglio comunale da lui presieduto. I consiglieri di opposizione a Palazzo Ducezio Giovanni Ferrero, Gianfranco Pintaldi e Pietro Rosa (nella foto) hanno fatto subito eco alla conferenza stampa di Figura, presentando prontamente una mozione a tutela del Trigona, ai sensi dell'articolo 26 del regolamento del Consiglio comunale, chiedendo il ricorso al Tar avverso il decreto e proponendo la strada che maggiormente avrebbe coinvolto forze sociali e politiche attorno al problema, ovvero quella di una seduta aperta.
Ospedale scippato,questione sotto silenzio
Ma evidentemente al primo cittadino e alla maggioranza neo-eletta preoccupa il ritorno di immagine che potrebbe produrre un'assemblea ampia riunita su un tema tanto sentito e scottante per i netini e sul quale già nel corso del precedente quinquennio l'Amministrazione in carica aveva fatto precise promesse sul mancato smantellamento del nosocomio netino. Si consideri che - sempre in questi giorni - alla tegola sullo scippo del Trigona, si è aggiunta per il primo cittadino quella sul fallimento dell'iscrizione in serie D della squadra di calcio. Per questo motivo, la mozione dell'opposizione è stata bocciata, tenendo di fatto l'argomento sotto silenzio e dentro le riparate mura della maggioranza consiliare controllata dal sindaco.
Ivi compresi i tre consiglieri eletti nelle fila della coalizione di Salvo Veneziano e appiattiti sulle posizioni della maggioranza.
Pietro Rosa: "Non rispettati i parametri a tutela del diritto alla salute"
Noto Bene Comune non ci sta e non intende fare sconti sulla difesa dell'interesse collettivo della propria cittadinanza.
"Il decreto partorito in piena campagna elettorale dalla Regione e tirato fuori appena finite le elezioni - afferma Pietro Rosa -penalizza palesemente il diritto alla Salute dei cittadini della zona sud della provincia, non rispettando i parametri previsti dalla legge “Balduzzi” in materia di qualità delle prestazioni sanitarie e di rapporto fra popolazione residente e posti letto, stabilito dalla legge nel 3 per mille".