Di chi è la colpa? Naturale che il Governo la getti addosso a Virginia Raggi ed al suo "grande rifiuto" di candidare Roma per le Olimpiadi del 2024. Che poi i Giochi rappresentino una grande scommessa e non portino benefici immediati alla nazione che li ospita lo dice la Storia recente, perché soltanto le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 hanno permesso di sfornare un bilancio in attivo nei mesi immediatamente successivi all'evento. Altre sedi, come Barcellona '92, hanno visto effetti positivi nel corso degli anni, altri ancora come Atene 2004 non si sono mai riprese dal dissesto finanziario.

Che le Olimpiadi del 2024 fossero una sfida che la giunta pentastellata, fulcro amministrativo di una forza politica che vuole governare il Paese, non ha voluto correre perché fin troppo rischiosa è un dato di fatto. L'argomento in questione però non è legato ai Giochi quanto alla rinuncia della Federazione Italiana di rugby di candidarsi per ospitare l'undicesima edizione della Coppa del Mondo in programma nel 2023. In tanti, ad iniziare dal Governo Renzi, hanno puntato il dito sull'amministrazione capitolina colpevole di "aver innescato un effetto domino".

Il mancato supporto del Governo

La motivazione principale che ha portatoi vertici del rugby italianoa fare un passo indietro è il mancato supporto del Governo, requisito certamente indispensabile per portare avanti la candidatura.

Tanto il presidente federale Alfredo Gavazzi quanto i rappresentanti dell'esecutivo nazionale e del CONI hanno giudicato "non attuabile" l'organizzazione dell'evento causa l'inadeguatezza degli impianti sportivi (circa dodici quelli papabili per ospitare le partite) che invece, nel caso in cui fossero arrivati i fondi delle Olimpiadi, sarebbero stati sottoposti a complete ristrutturazioni.

Inutile dire che il rugby italiano ha perso la grande occasione di essere al centro del mondo in una disciplina sportiva in crescita ormai da anni nel Belpaese ma, certamente, non ancora al livello delle "potenze" dell'emisfero australe, delle isole britanniche e della Francia. Pertanto gli appassionati italiani della palla ovale dovranno puntare il dito su Virginia Raggi per aver perso l'opportunità di ammirare dal vivo gli 'All Blacks' neozelandesi, i 'Wallabies' australiani, gli 'Springboks' sudafricani, il XV della Rosa inglese o i 'dragoni' gallesi?

Piano con i giudizi da Tribunale, in questo caso il Governo ed il CONI 'giocano sporco' perché non è esattamente così.

E se Roma candidata non fosse stata scelta?

Con il 'no' della giunta Raggi, Roma rinuncia alla candidatura olimpica ma siamo così sicuri che la scelta del CIO sarebbe caduta sulla città eterna il prossimo anno? A settembre del 2017 i vertici mondiali del Comitato Oimpico sceglieranno infatti la sede dei Giochi del 2024, Roma poteva essere tra le favorite ma non aveva, ovviamente, la certezza matematica di spuntarla su Los Angeles, Budapest o Parigi. Pertanto, visto che secondo quanto dichiarato dal Governo Renzi "l'organizzazione della Coppa del Mondo di rugby era strettamente collegata a quella delle Olimpiadi", dobbiamo presumere che la candidatura all'evento sarebbe lo stesso venuta meno se il CIO avesse scelto un'altra sede olimpica?

In parole povere, un passo indietro due mesi prima della scelta definitiva della Federazione Mondiale di rugby, prevista per novembre dell'anno prossimo? Riteniamo semplicemente che la rinuncia ad entrambe le manifestazioni sia una scelta politica: il Movimento 5 Stelle non ha voluto correre i rischi di un grande onere, eventuali inquinamenti e sprechi della "Olimpiade del mattone", così come è stata definita da Virginia Raggi, sarebbero ricaduti come un boomerang sulla giunta capitolina. La rinuncia alla Coppa del Mondo di rugby è una ripicca malcelata della maggioranza, per i motivi suddetti. In entrambi i casi un grande bluff di una politica italiana che non perderà mai la vocazione dello "scarica barile".