Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha cominciato la campagna elettorale in favore del sì alla riforma costituzionale già il 2 Maggio scorso nella sua città, Firenze. Qui, ed in seguito anche in altre città, ha illustrato le ragioni per le quali gli italiani dovrebbero approvare il ddl Boschi (dal nome del ministro che l'ha voluta). Uno dei motivi principali consiste nello snellimento dell'iter parlamentare, in quanto il Senato, così come lo conosciamo oggi, non esisterà più. Inoltre, la riduzione dei parlamentari permetterà di risparmiare sui costi della politica, mentre la riforma del Titolo V restituirà allo Stato alcune competenze legislative fondamentali che oggi appartengono alle Regioni.
Fine del bicameralismo perfetto e modifica del Titolo V
Una della ragioni principali per approvare la riforma, secondo i sostenitori del sì, è che il ddl boschi prevede la fine del bicameralismo perfetto: camera dei deputati e camera dei senatori non avranno più le stesse competenze. E questo dovrebbe comportare la semplificazione dell'iter legislativo in quanto si eviterà la cosiddetta "navetta", cioè il passaggio continuo di un testo di legge da una camera all'altra. Oggi, infatti, se una camera apporta una modifica al testo, è necessario che questo torni all'altra camera per essere nuovamente convalidato, allungando notevolmente i tempi di approvazione della legge. In tutta Europa, l'Italia è l'unica nazione ad avere questo tipo di bicameralismo.
Il Senato, comunque, non verrebbe completamente eliminato ma continuerà ad esistere con un ridimensionamento dei poteri e un taglio netto al numero di senatori, che passeranno dagli attuali 315 ai 100 previsti dalla nuova legge costituzionale. Questo, secondo i sostenitori del sì, comporterà un deciso taglio ai costi della politica.
I favorevoli al sì affermano anche che, grazie alla riforma del Titolo V , verranno risolti molti conflitti di competenza tra Stato e Regioni. Attualmente, infatti, la legge non è chiarissima e i tribunali amministrativi sono chiamati spesso a risolvere le dispute tra i due enti.
Le forze politiche favorevoli alla riforma
La principale forza politica sostenitrice della riforma è, ovviamente, il PD.
Il Presidente del Consiglio e la Ministra Boschi stanno investendo tantissimo tempo e altrettante risorse alla propaganda in favore del sì. Il Premier, in particolare, ha affermato che questa è "la madre di tutte le riforme" ed in un primo momento ha fatto intendere che se a prevalere fosse il "no" si sarebbe dimesso.
Le altre forze politiche favorevoli alla riforma costituzionale sono quelle che sostengono il governo, e cioè Area Popolare (NCD e UDC) e ALA, i cosiddetti "verdiniani".