Un No chiaro a una riforma costituzionale “che apre a una deriva antropologica che porterà all’utero in affitto, alla liberalizzazione delle droghe leggere, all’eutanasia, all’ideologia gender, è salito da un’affollata piazza di Verona dove il Comitato delle Famiglie per il NO ha dato appuntamento al popolo del Family Day.

E’ stato il presidente del Comitato , Massimo Gandolfini, a dare voce a “un popolo sorridente e felice” respingendo “l’epiteto irrispettoso di accozzaglia” che il premier Renzi ha voluto affibbiare a chi si oppone alla sua riforma.

Un Renzi che non contento di aver disatteso la sua promessa, fatta all’indomani della manifestazione del family Day di Roma del gennaio scorso, di incalzare i promotori in confronti “parrocchia per parrocchia”, si è sottratto, come ha ricordato Gandolfini, anche a confronti televisivi dai quali il Comitato del NO è stato volutamente e scientificamente escluso in una forma, neppur tanto nascosta, di censura.

Non era l’Italia dei conservatorismi e delle poltrone quello che ha applaudito i numerosi oratori che si sono succeduti sul palco, tra cui i parlamentari Maurizio Gasparri, Eugenia Roccella, Carlo Giovanardi, Lucio Malan, Giuseppe Pagano e Gianmarco Centinaio, ma un popolo a cui “stanno a cuore i principi costituzionali che garantiscono la democrazia contro una riforma centralista con una semplificazione verticistica”, come ha ricordato Gandolfini, che penalizza la partecipazione democratica e le autonomie locali, a partire dal nucleo originario della famiglia.

Era atteso anche un annuncio in merito a una possibile trasformazione del Comitato delle Famiglie per il NO in un soggetto politico, ma la attese sono andate in parte deluse, anche se Massimo Gandolfini nell’introdurre la manifestazione, ha parlato esplicitamente del “dovere per i cattolici di scendere in politica”.

L’appuntamento è probabilmente solo rinviato all’esito del referendum di domenica prossima, quando, come ha ricordato Gandolfini, "il bisogno di un'entità politica che si faccia interprete delle nostre preoccupazioni antropologiche" sarà preso nella dovuta considerazione.