È giunto il momento di schierarsi dopo settimane di incertezze e ripensamenti. Pier Luigi Bersani ha deciso così di rompere gli indugi e di prestare ufficialmente il proprio nome alle truppe schierate con il No al Referendum Costituzionale. L’ex segretario del Partito Democratico, accantonando quella responsabilità più volte da lui stesso richiamata, ha preferito non attendere il possibile bluff di Matteo Renzisulle modifiche promesse all’Italicum. Al contrario di Gianni Cuperlo, Bersani ha ribaltato il tavolo delle trattative convinto dell’impossibilità di trovare un accordo in extremis.
L’appuntamento elettorale del 4 dicembresi avvicina e i margini per ricucire lo strappo appaiano alquanto illusori. “Riforme e democrazia: le ragioni del No” è il titolo che compare sui manifesti incollati a Siracusa che preannunciano Bersani come principale testimonial. Non è un caso che l’ex segretario abbia scelto di scoprire le sue carte proprio dall’evento siciliano. Il malessere al Sud sulle politiche governative è forte ed è in primis dal Mezzogiorno, che le truppe del No contano di assicurarsi il largo consenso necessario per vincere senza affanni la campagna referendaria.