Rudolph (detto Rudy) Giuliani, classe 1944, sopravvissuto a un tumore durante il suo mandato da sindaco di New York, iniziato nel 1994 e terminato nel 2001, è fortemente indicato dai media come papabile per un posto nell’esecutivo del prossimo presidente U.S.A. Donald J. Trump.

Avvocato e imprenditore di chiara origine italiana, Giuliani è naturalmente appartenente al partito Repubblicano nella corrente Liberal-Conservatrice, ed è ricordato soprattutto per la politica di tolleranza zero che applicò durante il suo mandato da primo cittadino newyorchese.

Il sindaco Giuliani

La politica attuata da Giuliani fu molto più ricercata di quanto si pensi, leggibile in chiave sociologica e toccando ogni aspetto della criminalità. Applicò infatti il metodo delle “finestre rotte”, ossia iniziò la sua opera disabituando la popolazione a luoghi privi di regole come la metropolitana. Come? Per iniziare fece aumentare considerevolmente il controllo sul pagamento dei biglietti, portando a una immediata reazione che causò l’abbassamento generale dei reati nella grande mela. Naturalmente non fu l’unica mossa del sindaco, ma fu il punto di partenza. L'amministrazione Giuliani riuscì, inoltre, a superare senza problemi anche manifestazioni piuttosto violente nei quartieri a maggioranza afroamericana.

Lo stesso primo cittadino si operò per il contrasto ai traffici illeciti della mafia, in particolare per quelli della famiglia Gambino.

La lotta alla mafia e alla criminalità comunque risalgono a ben prima della sua candidatura a sindaco. Nei primi anni ’80 infatti venne nominato Procuratore Federale del South District di New York da Reagan, dove operò alacremente collaborando anche con Giovanni Falcone e procurandosi sia l’ appellativo di “Procuratore di Ferro” che quello più ironico di “Sceriffo”.

Durante il suo mandato, i crimini a New York passarono da circa 9000 a poco più di 3000 ogni 100.000 abitanti.

Dopo l’attentato dell’ 11 settembre 2001, venne anche nominato uomo dell’anno dal Time per il suo impegno a far ripartire la città.

L’appoggio a Trump e il ruolo nell’esecutivo

Al termine del suo mandato da sindaco, tentò più volte di proseguire la sua carriera politica per arrivare alla casa bianca.

Nella campagna del 2016, si avvicina al tycoon Donald Trump sostenendone significativamente la candidatura. Questo nonostante su alcuni temi sociali i due non siano su posizioni esattamente affini. Giuliani infatti non si è mai dichiarato contrario all’aborto, alle coppie di fatto e alla ricerca sulle cellule staminali.

Tuttavia, il suo impegno ha fatto lievitare le quotazioni per un posto nell’esecutivo del neo presidente eletto. All’ indomani delle elezioni, sembrava scontata per Giuliani la nomina a ministro della Giustizia degli Stati Uniti. Nelle ultime ore tuttavia si stanno facendo insistenti le voci su una sua possibile investitura come segretario di Stato. In ogni caso, Giuliani ha già ben chiara la sua politica: lotta all’ ISIS e rapporti con Cina e Russia.