Nel sottile gioco degli equilibri geopolitici mondiali, la scalata alla presidenza di Donald Trump non può che essere annoverata tra gli eventi cruciali dell’ultimo ventennio. Le reazioni dei principali leader di governo di tutto il mondo si sono rincorse dall’atto dell’ufficialità dell’elezione del Tycoon. Se in Europa è viva la preoccupazione sulle ricadute nei rapporti con la più grande potenza dell’Occidente, differente è stata la soddisfazione manifestata in Russia. Putin, nel congratularsi con Trump, ha voluto ricordare la sua volontà di ricucire i rapporti tra i due blocchi.
“Un percorso difficile - ha avvertito il leader sovietico - ma noi siamo pronti a fare la nostra parte”. In egual modo non è passato inosservato il messaggio inviato dalla Santa Sede al nuovo inquilino della Casa Bianca che più di una volta, nel recente passato, aveva attaccato Papa Francesco. “Rispettiamo la scelta espressa dal popolo americano - ha sottolineato il segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin - e assicuro che la nostra preghiera lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua Patria ma anche al servizio del benessere e della pace nel mondo”.