Mancano poche ore per le elezioni presidenziali più importanti dell’anno, quelle degli Stati Uniti. Gli ultimi scandali sul server privato che aveva il candidato del Partito Democratico. Hillary Clinton, quando è stata segretario del Dipartito di Stato, hanno sconvolto i sondaggi più recenti. I mercati si sono ripresi dopo che l’Fbi ha assicurato che hillary clinton non sarà indagata per questa vicenda. L’incertezza però resta.

Il peso del voto latino

Quello che rimane una certezza è l’importanza del voto dello stato Florida per il conteggio finale delle elezioni indirette negli USA.

La presidenza degli Stati Uniti si gioca in un gruppo di stati che possono cambiare il risultato finale. E in molti di loro il voto degli ispanoamericani è decisivo. In Florida, l’elettorato latino rappresenta il 18%, in Nevada il 17% e in Iowa e Carolina del Nord il 5%, così come l’Ohio. L’Arizona ha una forte presenza di cittadini ispanici con diritto al voto, ma è tradizionalmente repubblicano.

Secondo l’organizzazione Naleo, in queste regioni il voto latino è principalmente democratico. Anche se, durante le primarie del Partito Repubblicano, la vittoria di Donald Trump è stata schiacciante. Ted Cruz e Marco Rubio, nonostante le origini ispaniche, non hanno convinto gli elettori.

L'effetto Trump

“Dobbiamo votare, dobbiamo dire che abbiamo una voce”, ha detto l’attrice messicano-americana Salma Hayek in uno spot pubblicitario a favore di Hillary Clinton. In quello che è stato definito “l’effetto Trump”, molti ispanici, indignati e intimoriti della campagna di odio del candidato repubblicano, si sono lanciati in massa per sostenere il candidato del Partito Democratico.

Quanti sono e dove votano

Ci sono 27,3 milioni di ispanici che possono votare negli Usa, ovvero il 12% dell’elettorato. La comunità ispanica è la principale minoranza del Paese, assieme a quella asiatica. Dal 2012, il numero di votanti ispanoamericani è aumentato di quattro milioni.

Dovuto al sistema elettorale americano, non è importante quanti sono i latinos che votano, ma dove sono e quanti effettivamente lo fanno.

Circa il 52% degli elettori ispanoamericani sono in California, Texas e New York, stati che non contano particolarmente tanto.

Il risveglio del gigante

Secondo il giornalista ed ex direttore del settimanale “Pagina 99”, Luigi Spinola, il "gigante dormiente" della politica statunitense si è svegliato. Su Facebook ha ricordato che “già nel 2012 poco prima del voto Obama aveva detto ‘se vinco un secondo mandato, lo dovrò in buona parte al modo in cui i Repubblicani hanno trattato il gruppo demografico che cresce più rapidamente in America, la comunità dei latinos’. Oggi gli aventi diritto sono 27.3 milioni (11.9 % del corpo elettorale). Erano 7.7 milioni nel 1988, anno della vittoria di Bush padre.

Fin qui votavano poco (48% nel 2012 contro 66.2% dei neri e 64% dei bianchi), ma l’impressione, appunto, è che Trump li abbia svegliati. E come mi diceva alla vigilia delle primarie Alfonso Aguilera, direttore esecutivo della Latino Partnership for Conservative Principles: ‘La sua candidatura è una sciagura per il partito. Rovina il marchio Repubblicano e per associazione chiunque finirà con essere nominato’. Staremo a vedere”.