Alle 5 di mattina in Italia arriva la notizia che due stati ballerini, cioè quegli stati che solitamente non hanno un candidato tradizionale che votano in automatico, la Florida e l'Ohio, hanno votato per Trump. E da qui tutto è un fiorire per la strabiliante e inattesa vittoria del candidato Repubblicano. Di lì a poco arriverà l'altrettanto eccezionale risultato del Michigan, storicamente roccaforte democratica, passare a Trump e decretando con il carico di grandi elettori che si porta, la fatidica cifra di 270, soglia oltre il quale si viene eletti.

Trump sbigottisce tutti

La Vittoria di Trump è un colpo per l'opinione pubblica internazionale, la sua ascesa dalle primarie difficile dei Repubblicani al raggiungimento della Casa Bianca ha lasciato sbigottiti Stampa, analisti politici, e per dirla tutta, il mondo intero. Non ci si aspettava una tale vittoria, con numeri che gli assicurano un appoggio popolare di gran lunga superiore a quelli che si prospettavano per un'eventuale vittoria della Clinton.

Primi segnali che la Politica americana, ed i suoi lettori, ci riservavano questa sorpresa c'erano, ma l'effetto di questa elezione ha scardinato ogni regola e prospettiva politica del nuovo secolo. Adesso dovremmo vedere quale sarà la compagine operativa del nuovo presidente, vedremo cosa e come attuerà la moltitudine di promesse fatte, dal muro con il Messico alla deportazione in massa di persone di origine araba dal suolo americano.

Dopo un iniziale stordimento, la Stampa, specialmente americana, quasi tutta schieratasi apertamente contro Trump, raccoglie i cocci delle proprie previsioni e cerca di analizzare un fenomeno dalla portata epocale non previsto da nessuno.

Il ceto medio alla base della svolta

C'è chi dice che quel ceto medio indebolito dalla globalizzazione prima e poi dalla crisi finanziaria del 2007 abbia voluto colpire quella dirigenza, spesso collusa con la Finanza, che aveva nella Clinton il loro punto di riferimento.

Altri, più onestamente osservano come la vittoria del Magnate sia da imputare alla capacità "televisiva" del personaggio, che ha saputo trasformare l'elettorato in una specie di pubblico che al posto del telecomando ha usato la levetta che si usa per scegliere in cabina il proprio candidato. Ciò che resta inoppugnabile e innegabile è che l'America questa notte è stata grande, come dice lo slogan del Repubblicano, come sarà domani, vedremo.