È un Matteo Salvini in grande spolvero quello che, intervistato da Lilli Gruber al programma "Otto e mezzo" parla a ruota libera di referendum costituzionale, di futuro di Berlusconi e di Bossi. "Se vince il No sarò contento per gli italiani che avranno impedito, attraverso il voto, una riforma pasticciata che mette in Costituzione, con potere di vita o di morte, quell'Unione Europea che non corrisponde al nostro ideale di Europa", esordisce così il segretario della Lega, rincarando la dose affermando che questa riforma uccide le autonomie e che invece la strada giusta è quella di estendere il modello Lombardia e Veneto a livello nazionale.
"questo farebbe risparmiare quattrini, non il finto Senato che vuole Renzi".
Alla domanda su cosa pensa del fallimento di alcune banche italiane in caso di vittoria del No, paventato dal Financial Time, dice che è il solito tentativo di fare terrorismo mediatico messo in atto sia prima della Brexit che prima delle elezioni americane e che, numeri alla mano, visti i risultati economici dei due paesi, non corrisponde alla realtà. "Cosa direbbe a Grillo?", chiede la Gruber.
"A Grillo e ai cinquestelle non dico nulla - risponde Salvini - l'unica cosa che gli contesto è che, sul tema immigrazione, hanno più o meno le stesse posizioni del Partito Democratico, ovvero, avanti c'è posto per tutti mentre la maggioranza degli italiani percepisce questa ondata migratoria come una vera e propria invasione"
"E a Berlusconi che vede se stesso ancora come leader del centro destra?", replica la conduttrice.
"Non so cosa abbia intenzione di fare Berlusconi, so solo che non ci saranno più candidati premier calati dall'alto. Il leader di una eventuale coalizione lo devono scegliere i cittadini democraticamente attraverso le primarie. Solo a Babbo Natale - prosegue con ironia Salvini - è concesso scendere dall'alto".
"E a Bossi - prosegue sibillina la Gruber - che chiede il congresso affermando che sia lui che la base dei militanti non sono per nulla daccordo con lei e con la sua linea politica?" "Al Presidente dico che ora siamo tutti impegnati a pieno in questa battaglia referendaria, che non mollo la mia idea che l'Italia deve sostenere il progetto federalista in maniera unita, da nord a sud e che se lui non è daccordo me ne farò una ragione".