In occasione di un evento organizzato a Roma da parte di Poste Insieme Onlus, Blasting News ha intervistato in esclusiva Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, la cittadina laziale quasi totalmente distrutta nel Terremoto del 24 agosto.
Durante il suo intervento nell'assemblea plenaria di Poste Insieme Onlus, che ha avviato progetti specifici per aiutare la comunità di Amatrice dopo il sisma, il sindaco Pirozzi ci ha tenuto a sottolineare che: "Negli ultimi anni si usa troppo spesso la parola "Io", mentre è il momento adesso di usare "Noi". Si deve ragionare in maniera diversa.
Questa società oggi va troppo veloce, forse sono abituato ai ritmi lenti dei borghi d'Italia, però a volte la troppa velocità fa perdere il senso di comunità. Prima del terremoto mi arrabbiavo quando ci dicevano che noi italiani valiamo poco, oggi dopo il sisma invece posso dire che quello italiano è un grande popolo, per la sua capacità di stare vicino a chi ha bisogno, come state facendo tutti voi da mesi. Ho la speranza che come le passate generazioni hanno saputo ricostruire dopo la Seconda Guerra Mondiale, noi sapremo farlo dopo il terremoto".
Ecco qui di seguito quello che il sindaco di Amatrice ha risposto alle nostre domande.
'Sul sisma l'Europa ha perso un'opportunità. Hanno ragione quelli che dicono che è un comitato d'affari'
Sindaco Pirozzi, cosa pensa del fatto che l'Unione Europea non pare aver intenzione di allentare il Patto di Stabilità sull'Italia neppure per consentire la ricostruzione post terremoto?
"E' una grossa sconfitta perché secondo me non si ha la capacità di capire che siccome è in discussione in tante nazioni il modello di Europa, questa poteva essere una grande opportunità per tutti.
Se l'Unione Europea non è un'unione anche solidaristica allora hanno ragione quelli che dicono che è solo un comitato d'affari."
'Referendum poteva essere rinviato, discussione sia su idee'
Dopo il terremoto sembrava essersi creato un clima di conciliazione nazionale, mentre nelle ultime settimane il dibattito sul referendum sta di nuovo dividendo il paese. Cosa ne pensa?
"Secondo me si è persa l'opportunità di rinviare il referendum, almeno a mio avviso. Io dico che si può votare in un modo o in un altro, però ci deve essere un confronto democratico, che non dev'essere mai una cosa che mette uno contro un altro. Perché da questo punto di vista spesso si personalizza troppo il confronto e invece dovrebbe essere una discussione sulle proposte, sulle idee e sul modello d'Italia. Ma non dobbiamo disperdere il patrimonio che abbiamo, perché noi siamo un grande popolo."
Anche per questo lei non ha mai dichiarato come voterà al referendum del 4 dicembre...
"Io faccio il sindaco, che oggi si occupa solo di Amatrice.
Quello che farò nel segreto dell'urna è una cosa solo mia, che credo interessi poco oggi all'Italia. Invece agli italiani interessa che lo Stato ci è vicino, che lavora, che diamo delle risposte e che tutti insieme lavoriamo anche per portare avanti le nostre proposte in Europa. Poi se l'UE non ci sente sarebbe il caso di far capire che l'Italia non può essere la nazione che dà sempre di più rispetto a quello che riceve."