Ieri sera dopo il via libera per la legge di bilancio, Matteo Renzi è salito al Quirinale per formalizzare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un colloquio durato quarantadue minuti, alle ore 19:43 la crisi di governo era ufficialmente aperta.

Un esecutivo quello di Matteo Renzi, che nel bene o nel male, ha segnato la storia Politica di questo paese. Doveva essere l'uomo giusto, il traghettatore, colui a cui era stato affidato il compito di rottamare la vecchia classe politica e portare l'Italia fuori da quel buco nero che ormai attanaglia tutti i settori della vita collettiva, ma alla fine qualcosa è andato storto.

Il risultato schiacciante del Referendum Costituzionale ha portato il leader toscano a rimescolare le carte del gioco.

Adesso si volta pagina

Il Presidente della Repubblica si trova così ad affrontare la prima crisi del suo mandato, in primo piano si presenta il nodo delle elezioni anticipate, ritenute inconcepibili dal Capo dello Stato senza leggi elettorali omogenee per entrambe le Camere.

Ricordiamo l'Italicum per la Camera dei deputati (su cui la pronuncia dalla Corte Costituzionale è prevista per il 24 gennaio), e il Consultellum per il Senato, un'evoluzione del vecchio Porcellum.

L'idea del Capo dello Stato dovrebbe essere quella di un governo di scopo o responsabilità nazionale, in grado di dare al Paese una nuova legge elettorale, solo dopo aver raggiunto l'obiettivo si aprirebbero le strade verso le urne.

Le consultazioni

In una breve nota, il segretario generale della presidenza della Repubblica ha comunicato l'avvio delle consultazioni per la possibile formazione del nuovo governo.

Oggi alle ore 18:00 il primo a salire sul Colle più alto di Roma per discutere con Mattarella sarà il Presidente del Senato Grasso, alle ore 18:30 sarà il turno del Presidente della Camera Laura Boldrini chiude alle 19:00 il presidente emerito Giorgio Napolitano.

Venerdì ore 10:00 l'appuntamento è con gruppi parlamentari più piccoli, mentre sabato lo spazio sarà dedicato ai partiti maggiori, si comincia alle 10:00 con la Lega Nord si chiude alle 17 con il Partito Democratico.