Continuano in islanda i tentativi per la formazione di un nuovo governo. È chiara ormai la paralisi politica che si è creata all’ interno della più famosa isola scandinava. Il nuovo presidente della Repubblica Guðni Thorlacius Jóhannesson si è trovato davanti una situazione assai intricata, che ha portato non solo a elezioni anticipate lo scorso ottobre (causa Panama Gate), ma anche a un risultato delle urne assai complesso, con dei partiti si prevalenti ma non abbastanza per poter avere una maggioranza di governo. Il presidente della Repubblica, ha conferito a oggi 3 mandati: uno a maggioranza conservatrice con il leader del primo partito d’ Islanda, il partito dell’ Indipendenza Bjarni Benediktsson, uno a maggioranza Sinistra Verde e uno a maggioranza “Pirata” che hanno tentato di creare coalizioni di centro sinistra facendo però l’ occhiolino a nuove formazioni come il partito riformista, Rinascita, partito moderato nato dal Partito dell’ Indipendenza.

Tutti i tentativi, compreso quello suggestivo del Partito Pirata non hanno avuto seguito.

Una situazione che ricorda un po’ quella italiana dove, per garantire governabilità al paese, si sono unite al partito di maggioranza, il Partito Democratico, altre forze inizialmente all’ opposizione. Il caso italiano è risultato anche più esasperato perché si sono create delle nuove formazioni politiche appositamente per dare sostegno al governo, come il caso del Nuovo Centro Destra.

L’ipotesi del governo di minoranza.

L’ unica ipotesi percorribile a questo punto per l’ Islanda sembra dunque quella del governo di minoranza. Un governo cioè che incorpori formazioni politiche minoritarie e di area vasta che possano in un certo senso traghettare il paese verso nuove elezioni che, si terranno presumibilmente la prossima primavera.

Non sarebbe il primo caso. Una situazione similare si verificò infatti nel 2009 quando dopo le dimissioni del premier di centro destra Geir Haarde del Partito dell’ Indipendenza venne eletta premier la socialdemocratica Jóhanna Sigurðardóttir, che guidò il paese sino ad elezioni anticipate grazie a una coalizione di Socialdemocratici, Verdi e Progressisti, questi ultimi storici alleati degli Indipendentisti e partito di centro tendente alla destra.