Niente governo a presidenza pirata. Birgitta Jónsdóttir, la leader del Partito Pirata ha rimesso il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica Guðni Thorlacius Jóhannesson. Non un inizio facile per il neo presidente della Repubblica che, a pochi mesi dal suo insediamento, si trova a gestire una vera e propria paralisi politica con il parlamento che non riesce a formare una coalizione di governo.

I precedenti tentativi

Il Partito Pirata, aveva ricevuto mandato di formare un governo dopo le rinunce dei due partiti più votati alle ultime elezioni: per primo il partito dell’indipendenza, principale partito di centro destra nella persona del suo leader Bjarni Benediktsson.

Il partito dell’ indipendenza è risultato ancora una volta primo partito d’ islanda nonostante le problematiche dello scandalo Panama gate che investì anche il governo dell’isola. Dopo Benediktsson, fu la volta di Katrin Jakobsdottir, leader del partito verde vicino al centro sinistra. Anche la coalizione con a capo i verdi, che avrebbe dovuto coinvolgere: Partito Pirata, Futuro Luminoso, Socialdemocratici e Partito Riformista (Rinascita) tuttavia non trovò la quadratura del cerchio. Punti di scontro nella formazione di un governo di centro destra furono le politiche relative alla pesca e il referendum di entrata dell’ Islanda nell’ Unione Europea. Per quanto riguarda il governo della sinistra verde, i problemi vennero dati oltre che dalle solite politiche relative di pesca, anche dall’ aumento delle tasse per i percettori di alto reddito.

Il Partito Pirata dunque è stata la terza forza a tentare di formare un nuovo governo, intavolando trattative con Verdi, Rinascita, Futuro Luminoso e Socialdemocratici. La neonata formazione Rinascita, partito riformista, in particolare si sta rivelando ago della bilancia nella formazione di un nuovo governo con i suoi 7 deputati.

La rinuncia e i nuovi scenari

Nella giornata di ieri il nulla di fatto. Le trattative si sono interrotte e mentre il Partito Pirata ha iniziato a intavolare trattative informali con riformisti, futuristi e socialdemocratici; Partito dell’ Indipendenza e Verdi a loro volta hanno deciso di discutere su una possibile coalizione.

In queste settimane di immobilismo, sono rimasti alla finestra i Progressisti con i loro 8 deputati. Il momento politico è dunque di stallo e si prospetta un governo di unità nazionale o di minoranza che traghetti il paese verso nuove elezioni nel 2017 non essendoci una maggioranza ed un’ opposizione chiara.