Nella serata di martedì 20 dicembre è andata in onda su La7 la prima puntata di Terza Repubblica, il talk show politico condotto dal duo formato da David Parenzo e Luca Telese. Tra gli argomenti trattati non poteva mancare il cosiddetto ‘caso Roma’ che coinvolge, anche grazie al massiccio impegno dei mass Media, la Giunta M5S di Virginia Raggi. Tra i ‘relatori’ della serata c’era Peter Gomez, direttore del fattoquotidiano.it, secondo il quale “buona parte dei giornali rappresentano l’establishment” e non apprezzano, quindi, la “rottura” rappresentata dai grillini.
Bianca Berlinguer, ex direttore del Tg3, riporta un dato interessante: a Tor Bella Monaca, quartiere ghetto dove hanno trionfato i 5 Stelle, la gente rivoterebbe la Raggi nonostante tutto. Ma la testimonianza che ‘scassa’ arriva da Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità, convinto che sia stato Matteo Renzi in persona ad ordinare a tv e giornali di colpire la Raggi “per dimostrare che i 5 Stelle sono incapaci di governare”.
Il video dell’attacco di Belpietro a Renzi
“L’attenzione che il circolo dell’informazione ha dedicato a Virginia Raggi e alla Giunta del M5S - questa l’accusa che Belpietro rivolge ai Media mainstream - è superiore a quella dedicata a tutte le altre giunte della Capitale.
Io ricordo Ignazio Marino: sbagliò le nomine, faceva gaffe una dietro l’altra, nominò un capo dei vigili che non aveva i titoli, nominò un capo dell’Ama (anche quello senza titoli ndr)”. E questi fatti, ricorda il giornalista di fede berlusconiana, non finirono mai “come titolo di apertura dei principali giornali” e non furono “l’apertura dei tg nazionali”.
Insomma, prosegue Belpietro, “di fronte agli andamenti pessimi dell’economia italiana, i principali tg della Rai hanno scelto di raccontare il caso di Virginia Raggi che aveva sbagliato l’assessore”. Esempio fulgido di “inesperienza e incapacità”, ma che “si facessero le aperture su questo anziché su altro fa abbastanza sorridere”.
Poi, ecco la bomba lanciata contro l’ex presidente del Consiglio. “Del resto era evidente - punta il dito Belpietro - il giorno dopo la vittoria del 5 Stelle è partito da Renzi un ordine che aveva questo significato: ‘Colpite la Raggi perché lì dobbiamo dimostrare che i 5 Stelle sono incapaci di governare’”.
“Ma quello che mi colpisce di più - prosegue - è l’esiguità dell’arretramento” nei sondaggi del M5S, calato di soli 1 o 2 punti nonostante la bufera politico-mediatico-giudiziaria che imperversa su di loro, soprattutto riguardo al caso Roma. “Io penso che tutto sommato, di fronte a quello che è successo a Roma, l’arresto di Marra, la Muraro che si dimette, che il M5S rimanga il primo partito italiano dovrebbe far riflettere”.
Certo che “sull’onda dell’emozione qualche punto se ne va, ma il M5S conserva tutto quanto il proprio consenso o, comunque, la maggioranza, la stragrande maggioranza del proprio consenso”.
“Evidentemente i romani - questo il pensiero dell’ex direttore di libero - e anche forse gli italiani, a questo punto si rendono conto che Roma era gestita così male che nessuno poteva fare un miracolo, e quindi perdonano alla Raggi l’inesperienza e forse anche la presunzione. Ma sostanzialmente dicono: ‘Vabbè, sono lì da sei mesi, vediamo quello che combinano’”. Alla fine, “nonostante il fuoco di sbarramento che è stato messo in atto nei confronti del Movimento per questo caso - conclude Belpietro rimarcando la sua insospettabilità in quanto lontanissimo dal M5S – gli italiani pensano: ‘Peggio di quello finora non è successo, fra un po’ giudicheremo e tireremo le somme’”.