Dopo la modifica dell'Italicum, la legge elettorale approvata dal Governo Renzi, da parte della Corte costituzionale con l'eliminazione del ballottaggio, resta soltanto il premio di maggioranza al partito che prende almeno il 40% dei consensi, per il resto siamo di fronte a un sistema proporzionale.
Grillo, Salvini e la Meloni subito al voto
Alcune forze politiche, come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e partiti politici di Salvini, della Meloni e anche una parte del PD di Renzi, spingono per le elezioni anticipate. Mentre c'è chi come la minoranza del Partito Democratico, Forza Italia di Silvio Berlusconi e i Centristi, vogliono un passaggio parlamentare per armonizzare la "legge elettorale" di Camera e Senato.
Infatti, con quello che è uscito dalla Consulta, facendo dei conti viene fuori che nessuno, tenendo conto delle attuali previsioni, otterrebbe il premio di maggioranza e soprattutto non ci sarebbe una coalizione in grado di governare alla Camera.
Premio di maggioranza al 40%
Quindi nessuna maggioranza alla Camera con l'attuale sistema elettorale consegnato dalla Corte Costituzionale. Secondo alcune simulazioni, nessun partito raggiungerebbe da solo il 40% per far scattare il premio di maggioranza e con le forze in campo nessuna alleanza post-voto consegnerebbe una coalizione con i numeri per governare.
Né un patto del PD con Sinistra e Centristi, né un nuovo Nazareno con Forza Italia, ma neanche il Movimento 5 Stelle avrebbe qualche chance di andare a governare da solo, secondo le attuali previsioni e forse nemmeno con Salvini e la Meloni.
Anche se sono proprio questi ultimi che premono per andare alle urne subito e domani si presenteranno nelle piazze, mentre Grillo ieri si è rivolto direttamente al Presidente Mattarella.
Per quanto riguarda le intenzioni del PD di Renzi, bisogna aspettare il suo intervento domani a Rimini, all'assemblea degli amministratori locali PD.
L'ex Premier vorrebbe andare al voto presto per tornare in pista non solo, meglio voltare pagina che mettere sulle spalle del Governo attuale e quindi del PD, la prossima manovra economica che si prospetta dura. Mattarellum o voto subito il messaggio mandato dal Nazareno, dopo la decisione della Consulta.
Bersani e Cuperlo chiedono l'intervento del Parlamento
L'obiettivo è evitare di impantanarsi in una trattativa sulla legge elettorale trainata per le lunghe da un Parlamento poco incline a staccare la spina. Ma la partita non è così semplice perché nel suo ventre il PD ha anime diverse non tutte proiettate verso le urne. La minoranza bersaniana non si esprime esplicitamente anche perché i 100 capi lista bloccati, consentirebbero a Renzi di scegliere i candidati sicuri. Anche Cuperlo chiede che sia il Parlamento a trovare la via d'uscita e non manca chi guarda al 2018. Sensibile e desiderata del Quirinale che ha chiesto al Parlamento di armonizzare i sistemi elettorali di Camera e Senato.
In questa chiave l'unico possibile interlocutore resta Berlusconi che non a caso oggi torna loquace e mette i suoi paletti.
In una lunga intervista al Foglio, spiega chiaramente di voler tessere in Parlamento la sua tela. Una legge elettorale proporzionale che non obblighi gli azzurri ad un matrimonio forzato con Lega e Fratelli d'Italia, ansiosi di detronizzarlo, e consenta al suo partito di tornare in pista, magari dopo il voto, con una grande coalizione.