La propaganda politica oggi passa soprattutto dai social e, tra questi, Facebook ricopre un ruolo di spicco. Tra i politici più social figura sicuramente Matteo Salvini. Il leader della Lega Nord fa parlare di sé in ogni momento della diatriba politica italiana, a prescindere dall'argomento e dalla posta in palio, che si tratti di referendum, elezioni anticipate, lavoro, pensioni o immigrazione. Quel che conta è esserci, sempre. E, per raggiungere uno scopo simile, non esistono canali più efficaci di Facebook, Twitter e altri social, per cui il Carroccio investe oltre 300.000 euro di consulenza esterna, come riportato da Il Fatto Quotidiano in data 27 gennaio 2017.

Salvini e la mutazione social-leghista

Il 27 gennaio di ogni anno il mondo prova a guardarsi allo specchio, scoprendosi sempre più combattuto tra una consistente dose di ipocrisia e il sincero rimorso di errori (o orrori) passati che ancora non si riescono a scongiurare del tutto. Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, durante la quale il mondo si prefigge di ricordare la tragedia della Shoah promettendosi che nessuno al mondo soffra mai più le pene patite dagli ebrei (ma non solo) durante il regime nazista nei campi di concentramento. Un principio tanto nobile quanto difficile da mantenere, proprio in un momento in cui la gran parte della popolazione mondiale soffre per fame e guerre che sono poi la causa principale dell'enorme flusso migratorio in atto.

Un fenomeno che è da anni al centro del contenzioso politico italiano, all'interno del quale spicca la figura di Matteo Salvini, leader della Lega Nord e uno dei politici più in vista del panorama nostrano, molto presente in tv e seguitissimo sui social.

Questa mattina, come molti altri, Salvini ha dedicato un post alla Giornata della Memoria, con tanto di foto e didascalia in cui ribadisce in maniera non troppo velata la sua posizione in merito alla questione: "Ieri sterminati dai nazisti, oggi perseguitati dai terroristi islamici".

E, come spesso accade, nel giro di pochi minuti il post ha conosciuto un boom di visualizzazioni e commenti che dicono molto sul dibattito ruotante intorno alla figura di Salvini. Subito contestatori e sostenitori si sono divisi tra coloro che accusano il segretario della Lega Nord di strumentalizzare qualsiasi argomento e chi raccoglie volentieri la sua provocazione nei confronti dell'Islam.

Commenti a cui Salvini non evita di rispondere, anzi. A Luciano M. che afferma "che se dovessi governare con i voti che prendi brutto Cialtrone governeresti solo delle Stalle", il politico milanese reagisce con un ironico: "Quale prezioso, rispettoso e utile contributo giunge da Luciano... Sbarca altrove, fai il bravo". Una risposta che dà il segnale di partenza ad una buona pletora di seguaci (o followers, che dir si voglia) pronti a dar man forte a Salvini che, qualche commento più in là, si sposta dal ricordo dell'olocausto da cui tutto è partito alla questione del voto anticipato. Al "Te tu sei un folle" di Leonardo C., il leader del Carroccio risponde con un laconico "chiediamolo agli italiani col voto, poi ne riparliamo.

Ciao genio". E anche qui scattano i consensi e gli insulti di favorevoli e contrari.

Si tratta di un fenomeno molto diffuso sui social e particolarmente interessante nel caso del profilo di Matteo Salvini, dove ai commenti politici su immigrazione, euro e disoccupazione si affianca l'evoluzione (o quantomeno il cambiamento) della Lega Nord documentato dall'era di Facebook. Al post (datato 26 gennaio 2017) in favore dei calabresi, soprattutto giovani, che - secondo il segretario leghista - non trovano lavoro anche a causa della forte presenza di clandestini, si contrappone la grande quantità di video e documenti disponibili anche in rete sulle note posizioni di Salvini e della Lega nei riguardi del Mezzogiorno d'Italia. Ma l'attualità ha le sue priorità e, infondo, anche i social, come gran parte dell'opinione pubblica, hanno problemi di memoria a lungo termine.

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