Nel corso della trasmissione "Otto e mezzo" su La7 questo Lunedì 9 gennaio è intervenuto Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle che, intervistato dalla conduttrice Lilli Gruber e da Paolo Mieli, si è soffermato su molti temi di attualità politica.

'Veniamo percepiti in Italia e in Europa come un corpo estraneo da fare fuori. Facciamo paura al sistema'

Molto spazio ha avuto ovviamente la notizia del giorno, ovvero il fatto che il gruppo liberale al Parlamento Europeo ha respinto la richiesta del Movimento 5 Stelle di entrare a far parte del gruppo.

Su questo Di Battista ha detto: "Onestamente, ma quanti italiani conoscevano l'ALDE fino a ieri? Qualsiasi cosa fa il M5S si accendono i riflettori. Sarebbe stato un accordo tecnico. Quando eravamo in alleanza con Farage avevamo sempre mantenuto autonomia. Il concetto è semplice: se fai parte di un gruppo accedi a vari dossier e hai maggiore possibilità di incidere. Il mio sogno è quello di fare un gruppo autonomo al Parlamento Europeo, anche perché è dimostrato che quando andiamo da soli è meglio. Ci abbiamo provato, ma occorrono 7 delegazioni per formarlo. Noi evidentemente veniamo percepiti in Italia e in europa come un corpo estraneo da fare fuori. Nel momento in cui c'era la possibilità di entrare in gruppo grande e incidere, loro sono tirati indietro perché evidentemente alcune idee del M5S disturbano."

E ora che cosa succede?

"Ora dobbiamo portare avanti delle trattative per formare un gruppo autonomo. Oggi dare del populista a chi vuol cambiare il sistema è la cosa populista che ci sia. Noi non abbiamo parenti veri e propri in Europa, dove i partiti che contrastano l'establishment sono ideologicamente connotati. Non facciamo le scelte in base ai soldi. Alla nostra consultazione on line hanno partecipato oltre 40.000 persone, dite che sono pochi? Ma quanti hanno partecipato per prendere analoghe decisioni negli altri partiti? Nessuno. Ce lo vedete il PD a chiedere a 40.000 iscritti se vogliono Alfano ministro degli Esteri?"

Perché il M5S non ha aderito subito al gruppo dei liberali nel 2014?

"Perché in quella fase ci trovavamo d'accordo con Farage. Ma noi siamo sempre in evoluzione. Non c'è mai stato un cambio di rotta sul piano delle idee: noi vogliamo cambiare l'Europa. L'Euro è una gabbia e gli italiani si devono esprimere su questo. Nell'ALDE avremmo portato avanti le stesse battaglie fatte finora, ma una parte del sistema si è spaventato e ha voluto fermarci".

'Sul garantismo non abbiamo cambiato idea. Ci sono reati molto gravi e altri casi che invece vanno valutati'

Sul garantismo il M5S ha cambiato idea? "Non abbiamo assolutamente cambiato idea sul cosiddetto garantismo. Il nostro codice è sempre lo stesso, se lo applicassero gli altri partiti ci sarebbe una "strage" di politici. Io credo al primato della politica sulla giustizia. Ci sono avvisi di garanzia molto gravi (corruzione e reati di mafia) e poi altri casi che invece vanno valutati. Se alla Raggi arriveranno degli avvisi garanzia vedremo, stiamo parlando solo di ipotesi, mentre negli altri partiti si parla di fatti. Se uno dei nostri si comportasse come De Luca che invita a pagare le fritture, noi lo cacceremmo anche se non fosse reato. Noi diciamo: pubblicate pure le intercettazioni rilevanti. La verità è che qualsiasi cosa fa il M5S viene messa sotto la lente di ingrandimento, ma questo dovrebbe essere fatto con tutti i partiti".

Come si risolvono i problemi dell'immigrazione?

"Servono innanzitutto accordi bilaterali con i paesi di provenienza".

Sulla libertà di stampa e i cosiddetti tribunali del popolo ha invece detto: "Quella di Grillo è una provocazione, e fa parte di una nostra strategia comunicativa, io sono contro la censura sul web. Certo c'è anche immondizia su Internet, ma anche la possibilità immediata di smentirla, e i cittadini possono intervenire in tempi rapidi"