L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi sarebbe stato costretto a cambiare numero di telefono perché, durante i primi giorni del 2017, qualcuno ha pensato bene di rubarglielo e farlo comparire, con tanto di nome e cognome, su alcuni siti internet non meglio specificati. La notizia è stata pubblicata questa mattina dal giornalista Francesco Bonazzi sul quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Bonazzi cita come fonti “ben due ministri” dei quali si guarda bene, naturalmente, dal rivelare l’identità. Il mistero su chi e come abbia fatto ad appropriarsi del numero riservato di cellulare, intestato alla Fondazione renziana Open, di un’alta carica dello Stato (seppur ormai fuori da Palazzo Chigi) resta comunque fitto.

I primi sospetti si rivolgono alla presunta rete di cyberspionaggio messa in piedi dai fratelli Occhionero, massoni dichiarati, ma non ci sono al momento prove per seguire questa pista. La Polizia Postale ha subito aperto un’inchiesta per cercare di individuare sia l’identità dei diffusori del numero di Renzi, sia quelle della folta schiera di odiatori che lo avrebbe sottoposto ad un vero e proprio stalking telefonico.

“Doveva cambiare verso all' Italia, ma per ora si è dovuto accontentare di cambiare numero di telefonino”, scrive Bonazzi per riassumere una vicenda divisa tra il tragico e il comico. ‘Comico’ perché, nei pochi minuti durante i quali la sua privacy telefonica è stata violata, il segretario Pd ha dovuto subire il feroce attacco mediatico da parte degli hater di professione che infestano la rete.

Minacce, improperi, insulti di cui, purtroppo o per fortuna, l’opinione pubblica non è in possesso. ‘Tragico’ perché il ministero dell’Interno ha costretto l’ex premier a cambiare immediatamente utenza. Questione di sicurezza nazionale.

Lo scoop de La Verità segue quello di David Allegranti il quale, già il 14 gennaio scorso, dava notizia sul Foglio dell’avvenuto cambio del numero dello smartphone di Renzi.

Il fatto, scrive Bonazzi, aveva mandato in fibrillazione sia i membri della segreteria Pd che quelli del Giglio Magico, convinti (e terrorizzati) che l’ex premier, già resosi irrintracciabile dopo la sconfitta nel referendum del 4 dicembre 2016, volesse prendere le distanze dai vecchi collaboratori. Dai primi dell’anno, comunque, il numero privato di Renzi è appannaggio di pochi fedelissimi. Il furto di dati digitali, infatti, risalirebbe proprio ai giorni in cui la famiglia Renzi era in vacanza sulle Dolomiti.