11 gennaio 2016 - E' appena arrivata la decisione della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei tre quesiti referendari proposti dalla CGIL. Uno dei quali, il più politico, era sull'abolizione dell'art. 18 e il conseguente reintegro sul posto del lavoro in caso di licenziamento illegittimo, in sostituzione dell'indennizzo economico previsto dalla riforma sul Jobs Act. Era questo il quesito più politico e più polemiche aveva suscitato tra le forze politiche e la Consulta ne ha dichiarato l'inammissibilità.

Mentre si terranno gli altri due quesiti, quello sull'abolizione dei "voucher" e quello invece sul "ripristino della responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore".

Tutti e tre i requisiti erano arrivati all'esame della Corte Costituzionale, sulla spinta di oltre 3 milioni di firme raccolte dalla CGIL sul tutto il territorio nazionale.

Adesso che cosa succede. I requisiti che sono stati approvati dalla Corte Costituzionale, andranno al voto, presumibilmente tra aprile e giugno, elezioni anticipate permettendo. Però potrebbero confluire anche con le eventuali elezioni politiche e, quindi, con l'esito della fine della legislatura, sempre se il Parlamento riesca a trovare un accordo, appunto per le elezioni anticipate.

Ricordiamo che la Stessa consulta, all'inizio di dicembre, fisso l'udienza al 24 gennaio, per discutere sulle eccezioni di costituzionalità, sollevate sulla legge elettorale denominata "Italicum".

E quindi le elezioni potrebbero essere, decisione della Corte a parte, molto più vicine di quanto sia stato ipotizzato. In caso contrario, le elezioni referendarie, dovrebbero al massimo essere rinviate di un anno. Vedremo come andrà a finire.

La cosa che dispiace di più è che, oggi, proprio il quesito più importante, "sull'abolizione dell'art.18 e il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo", quello che aveva suscitato più polemiche e attese, non solo tra le forze politiche e sindacati, ma anche tra i lavoratori stessi, non sia passato.