La gaffe sui cervelli in fuga all’ estero potrebbe essere stata l’ ultima per il Ministro del Lavoro Giuliano poletti. Nella giornata di ieri sono arrivate le scuse al Senato da parte del Ministro. Poletti ha ammesso ancora una volta di aver usato un’ espressione sbagliata, che non rispecchia il suo pensiero contrattaccando però che la campagna di insulti e minacce ricevute da lui e dalla sua famiglia via social media non ha altrettante scusanti.

Il Ministro delle Gaffe

Concordando senza alcun dubbio che nulla può giustificare minacce di alcun genere al ministro o a qualcuno dei suoi congiunti, bisogna comunque ricordare ancora una volta come non sia questa la prima uscita infelice di Poletti, che l’ Huffington Post ha ribattezzato “Ministro delle Gaffe”: da quella che si scagliava contro i laureati tardivi (e il ministro neanche è laureato), all’ auspicio di elezioni per disinnescare il referendum contro il jobs act, fino ad arrivare ad augurarsi che i giovani lavorino, anche gratis, durante le vacanze estive.

L’ultima naturalmente quella sui cervelli in fuga, che oltre che inappropriata ha toccato nel profondo numerosi giovani, meno giovani e intere famiglie che hanno visto i propri cari emigrare nella speranza non tanto di un futuro migliore quanto di un futuro e basta. E poco importa se si emigra per fare il medico, l’ infermiere, il traduttore o il sales accountant. In altri paesi si riesce dove nel proprio si fallisce.

Richiesta di dimissioni e voto di sfiducia

Lega, M5S, Sinistra Italiana e alcuni membri del gruppo Misto hanno depositato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro, mentre da più fronti si cerca di evitare di arrivarci chiedendo direttamente le dimissioni del ministro del lavoro.

Ne è un esempio ALA che tramite Lucio Barani ha chiesto ancora una volta le dimissioni del ministro, sotto attacco anche per la questione Voucher, mentre il vice segretario PD Francesco Guerini ha escluso categoricamente le dimissioni. Anche Forza Italia, orientata a votare la sfiducia, si augura di non doverci arrivare.

Voci di corridoio tuttavia vorrebbero il ministro pronto ad abdicare a favore dell’ ex sottosegretario Tommaso Nannicini che sarebbe figura gradita anche ai sindacati.