Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da commentare nel leggere le prime indiscrezioni trapelate dalla stampa riguardo al dossier della "Commissione Alpa", la commissione nominata dieci mesi fa dal ministro della giustizia Andrea Orlando e presieduta dall'ex presidente del Cnf Guido Alpa per armonizzare e migliorare la normativa vigente riguardante gli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi al processo giudiziale, le "ADR" ovvero "mediazione", "negoziazione assistita" e "arbitrato".

Come anticipato in un precedente articolo sempre pubblicato su Blasting News alcuni mesi fa, il dubbio che in realtà, tra gli strumenti adr, fosse proprio l'arbitrato quello a interessare di più i vertici dell'avvocatura era abbastanza concreto.

Oggi, stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, questa nostra ipotesi appare confermata. Nel dossier presentato dalla commissione Alpa al ministro Orlando, infatti, ci sarebbe un ampio e rilevante capitolo dedicato ad una possibile riforma dell'arbitrato nel segno di un decisivo ampliamento delle materie e dei compiti di tale istituto.

L'arbitrato acquisirebbe quindi le controversie in ambito lavorativo, le controversie tra soci e società non di capitali e le materie del codice di consumo col correttivo che il foro competente debba essere sempre quello del consumatore.

Ma c'è di più. Il nuovo arbitro avrà poteri di emanazione di provvedimenti cautelari e si potranno portare in arbitrato gli atti del giudizio di primo grado qualora le parti vogliano uscire dal giudizio (Translatio Iudicii).

Infine il ricordo per la nullità del lodo arbitrale sarà direttamente in Cassazione con salto di un grado.

Ovviamente si tratta di proposte che dovranno essere vagliate dal ministro, dal governo ma soprattutto dal Parlamento qualora venissero tradotte in un disegno di legge. La situazione attuale, quindi, non è destinata a cambiare a breve.

Rimangono da capire quali proposte la commissione abbia consegnato per quanto riguarda l'istituto della mediazione civile e per la negoziazione assistita, la prima da tempo ostacolata da parte dell'avvocatura ma che potrebbe comunque vedere un prolungamento della cosiddetta "mediazione obbligatoria" per le materie previste dall'art.5 del D.Lgs.

28/2010.

Oggi gli organismi di mediazione e le camere arbitrali possono essere gestite sia da enti pubblici che privati. Spesso un organismo di mediazione offre anche il servizio di arbitrato. L'impressione, dalle prime indiscrezioni, è quella che la commissione abbia voluto privilegiare l'istituto più "redditizio" per l'avvocatura, soprattutto in tempi di crisi in cui molti avvocati si vedono ridotto il loro carico di lavoro.

Speriamo quindi di sbagliarci ma al momento le prime indiscrezioni appaiono proposte dettate più dai singoli utilitarismi piuttosto che votate ad un vero cambiamento culturale in campo sociale e giudico, cosa che gli strumenti adr ed in particolare la mediazione possono significare.