Ancora una volta gli italiani si sono dimostrati generosi: come dimostrano i dati del Dipartimento della Protezione Civile ad oggi sono stati raccolti più di 28 milioni per le popolazioni colpite dal Terremoto. Eppure, proprio in questo momento in cui l’Italia è stata nuovamente segnata da eventi sismici di forte intensità, scoppia la polemica sull’utilizzo di queste cifre. Infatti queste ingenti somme di denaro sono bloccate, per ragioni burocratiche, e non potranno essere spese nell’immediato, nonostante l’emergenza.

La complessa procedura

Come spiega Beppe Grillo nel suo blog, per poter disporre di questi soldi è necessario aspettare la chiusura della raccolta ancora in corso al numero 45500, prevista per il prossimo 29 gennaio, perché così prevede il protocollo stipulato con le società di telefonia che ricevono gli sms solidali.

Ma non è finita: una volta terminata l’iniziativa, la Protezione Civile deve valutare il possibile utilizzo di quei fondi in accordo con le Regioni coinvolte, dopo di che la proposta emersa è affidata al parere di un comitato dei garanti. Solo alla fine di questa lunga trafila burocratica le somme raccolte possono essere utilizzate.

Le spiegazioni del governo

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha risposto durante il question time alla Camera alle richieste di chiarimenti sul funzionamento di queste procedure, da parte del movimento 5 stelle, chiarendo che i proventi dei numeri della raccolta telefonica attuale saranno impiegati per la ricostruzione delle scuole nelle aree colpite dal terremoto.

Tecnicamente tutti questi denari confluiscono nella contabilità speciale intestata al commissario straordinario aperta presso la Tesoreria dello Stato. Con un vincolo: possono essere destinati esclusivamente alla ricostruzione e per la rinascita dei territori colpiti da eventi sismici, mentre è esclusa ogni utilizzazione per fini emergenziali.

Quindi viviamo il paradosso di avere 28 milioni di euro già versati, ma non impiegabili subito per far fronte alle emergenze delle ultime ore. E che soprattutto rischiano di rimanere a lungo depositati sui conti correnti, se non si accelererà la complessa procedura burocratica per renderli disponibili. Così appare sensata la richiesta al governo di modificare le regole, vista la situazione drammatica che stanno vivendo le regioni colpite dalla calamità.