Luigi Di Maio studia da candidato premier. Sarà quasi certamente lui a guidare il tentativo di scalata del Movimento Cinque Stelle al governo del Paese. Spetta pertanto a lui, più di ogni altro, rispondere a tono alle critiche di Matteo Renzi che, in merito alle indagini a carico del sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha 'punzecchiato' ripetutamente i vertici pentastellati. Oggetto del contendere è il nuovo codice etico, ratificato online dai militanti, che non impone l'espulsione dal M5S agli esponenti con indagini in corso ma soltanto a coloro che sono stati oggetto di una sentenza di condanna.

"Renzi dovrebbe provare ad applicare al suo partito il nostro codice etico - afferma senza mezzi termini Di Maio - e poi vediamo quanti ne restano di loro. Non c'è nessuna svolta garantista, si tratta di bufale". Il vice presidente della Camera era già passato al contrattacco pochi giorni fa, in un video in diretta su Facebook. "Siamo stanchi di tutte le falsità con cui ci vogliono colpire soltanto perché, se il Paese va al voto, abbiamo la possibilità di raggiungere il 40 per cento. Ma non ho tempo per difendermi da accuse fasulle, ora voglio girare l'Italia e raccontare agli italiani ciò che stiamo facendo nelle istituzioni, pur stando all'opposizione, e ciò che possiamo fare andando al governo".

Roma: l'indagine si allarga

Intanto la questione romana si arricchisce di un nuovo capitolo fornito dalla Procura di Roma. Salvatore Romeo, l'ex capo della segreteria politica del sindaco, Virginia Raggi, è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulle nomine da parte del primo cittadino.

Nei prossimi giorni dovrebbe pertanto essere sentito dal procuratore aggiunto, Paolo Ielo e dal pubblico ministero, Francesco Dall'Olio. Ieri Beppe Grillo aveva fatto la voce grossa, tanto per cambiare, contro la stampa, elencando "i 43 successi di Roma con l'amministrazione Raggi, cose di cui i giornali non parlano".