Il servizio di Filippo Roma, mandato in onda dalla trasmissione di Italia 1, Le Iene, il 17 febbraio scorso (guarda il video qui sotto), ha innescato un meccanismo politico-mediatico che potrebbe portare persino alle dimissioni della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, titolare della delega alle Pari Opportunità. Intanto, nel tardo pomeriggio di ieri, sono arrivate quelle di Francesco Spano, presidente dell’unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), finito nell’occhio del ciclone per essere, sulla carta, il responsabile del finanziamento pubblico da migliaia di euro versato nelle casse di alcune associazioni gay del circuito Andoos che, come mostrato chiaramente dalla telecamera nascosta delle Iene, tra gli altri servizi, ne prevedevano uno di prostituzione in favore dei loro soci.

Dimissioni di Spano giunte proprio mentre Mario Adinolfi, leader del semi sconosciuto Popolo della Famiglia, dai microfoni de La Zanzara accusava questi circoli lgbt di praticare al loro interno la prostituzione, anche minorile, e chiedeva le dimissioni della Boschi, in quanto responsabile dei finanziamenti ingiustamente erogati.

Adinolfi a La Zanzara

Intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, Adinolfi rivendica di aver denunciato da tempo il presunto giro di prostituzione, non solo nei circoli Andoos, ma anche in quelli dell’Arcigay. “Vi do uno scoop - esordisce il corpulento difensore dei valori della cristianità - la soffiata contro Andoos (raccolta dalle Iene ndr) l’hanno fatta le associazioni gay sue concorrenti”.

Adinolfi parla addirittura di “faida tra cosche all’interno del mondo lgbt sull’assegnazione dei finanziamenti pubblici”. I fondi a disposizione non sono solo i 55mila euro emersi fino ad ora, ma 999,624 euro (il bando è stato sospeso proprio ieri). Soldi sui quali si sarebbe scatenata una “guerra” tra circoli dove “si pratica la prostituzione”.

Anzi, rincara la dose Adinolfi, “quei circoli fanno solo questo”, altrimenti non esisterebbero nemmeno, tra loro è in corso una guerra “sul controllo del territorio e su chi fa più soldi”.

Per il politico ex Pd, il presidente di Andoos Mario Marco Canale (il quale, appena intervistato da Cruciani, nega tutto) starebbe pagando, come uno “scissionista di Scampia”, il fatto di essersi staccato da Arcigay.

In tutti questi circoli, accusa Adinolfi, “troverete la prostituzione minorile, troverete al bar i ragazzini” ai quali dopo poco tempo viene chiesto di passare dal bancone ai massaggi per poter continuare a guadagnare. Una sorta di “colonie del male finanziate con soldi pubblici”. Le associazioni lgbt, secondo Adinolfi, “non sono altro che un colossale business dove si fanno montagne di soldi e si spaccia droga”, cocaina e mdma. Inoltre, “le dimissioni non doveva darle Spano”, finito nel “tritacarne” e divenuto un “capro espiatorio”, ma Maria Elena Boschi, in quanto titolare della firma con cui sono stati erogati i finanziamenti. La Boschi, sostiene il politico ultracattolico, “pensa che cavalcare il lobbismo lgbt la faccia sembrare politicamente più figa”.