Nuovo rinvio per la legge elettorale. L'ufficializzazione è arrivata con una lettera del presidente della Commissione affari costituzionali, Andrea Mazziotti, alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, per comunicarle che la data del 27 marzo, prevista dal calendario di Montecitorio per l'approdo della Riforma elettorale in aula, non sarà rispettata. Motivo? La Commissione non ha ancora terminato i lavori.

E' il secondo rinvio

E' il secondo rinvio, in un primo tempo l'esame dell'aula era stato calendarizzato alla fine di febbraio secondo un timing che avrebbe reso possibile un eventuale voto a giugno.

Ma nel frattempo molte cose sono cambiate e l'orizzonte della Riforma elettorale, resa necessaria dopo l'esito del Referendum elettorale del 4 dicembre, e dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha parzialmente smontato l'Italicum, è sempre più nebuloso. Con il Governo che si è chiamato fuori e il PD impegnato nella corsa alle primarie del 30 aprile, non c'è nessuno che prenda l'iniziativa.

Premio di maggioranza alla lista o alla coalizione?

In Commissione sono arrivate oltre una ventina di proposte, ci sono state le audizioni degli esperti, ma niente di più. Non si sa chi comanda nel PD, dicono le voci di Palazzo, spiegando che non è neanche iniziato una vera e propria trattativa, nonostante si parli di qualche abboccamento tra lo storico braccio destro di Berlusconi, Gianni Letta, e uomini vicini a Renzi.

Che sicuro di vincere il Congresso PD, sarebbe intenzionato a riproporre il premio di maggioranza alla lista, uno dei punti chiave dell'Italicum archiviato dalla Consulta. Mentre altri del partito, come Dario Franceschini, vorrebbero il premio alla coalizione. Che poi sarebbe l'obiettivo di Silvio Berlusconi, soprattutto dopo la proposta del nemico alleato, Matteo Salvini, di creare "una Federazione del Centro Destra".

Ipotesi che consentirebbe a Forza Italia di restare centrale senza doversi piegare ai diktat leghisti.

Ma tutto è bloccato in attesa di quel Congresso Democratico a cui tutti gli attori politici guardano con occhi interessati. E dopo il rinvio di oggi c'è chi scommette che solo dopo il 30 aprile i giochi sulla Riforma elettorale si apriranno davvero.