Donald Trump continua a riscuotere le simpatie di Salvini, dei leghisti e dei trumpisti di casa nostra nonostante l'ultimo provvedimento, che prevede pesanti dazi doganali alle merci importate dall'Italia e non solo. Suona strano che anche in questo caso riecheggi il solito ed acritico entusiasmo che come già accaduto in passato nel caso del Muslim Ban, continua ad accompagnare le uscite dell'inquilino della Casa Bianca.

La guerra commerciale Usa

Non è probabilmente casuale che l'annuncio di Trump arrivi alla vigilia dello storico incontro con il Presidente Cinese Xi Jinping.

L'obiettivo è chiaro: fissare i termini di una nuovo registro nelle relazioni commerciali fra Usa e il resto del mondo.

A farne le spese però potrebbe essere l'Italia e in particolare quelle regioni, come il Veneto, che basano la loro forza economica sull'export e sulla capacità delle loro imprese di creare prodotti d'eccellenza e fortemente apprezzati sui mercati esteri. Processi di internazionalizzazione spesso frutto di lavoro durato anni, di investimenti in tecnologia e processi innovativi rischiano di essere vanificati da nuove forme di protezionismo che tagliano fuori le nostre merci.

Quale sarà la posizione leghista verso Trump?

Sta di fatto che Salvini si trova di fronte ad un bivio politico forse imbarazzante.

Dopo aver sponsorizzato e indicato in Donald Trump un modello anche per l'Europa deve fare i conti con una posizione che provocherà un danno economico per una regione che da sempre rappresenta una roccaforte del voto leghista. In particolare rischia di colpire un tessuto imprenditoriale che ha da sempre guardato alla Lega Nord come un interlocutore politico per le proprie rivendicazioni di categoria.

I numeri della Cgia di Mestre d'altro canto non lasciano spazio ad intepretazioni e puntano i riflettori su un quadro già fortemente messo sotto pressione da Brexit e sanzioni economiche alla Russia.

Insomma un conto è teorizzare sintonia con Trump quando si tratta di solleticare il malcontento nei confronti di immigrazione e globalizzazione, altro però è confrontarsi con le conseguenze sull'economia reale di scelte politiche tutt'altro che ininfluenti per l'Italia e per regioni 'amiche' come il Veneto.