Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita a Mosca, dove ha incontrato Vladimir Putin nell'ambito di una missione programmata da tempo, prima del presunto attacco con armi chimiche in Siria e dunque dei raid statunitensi. Una visita che si è svolta in uno dei momenti più tesi, a livello internazionale, degli ultimi anni e nonostante il clima disteso e tranquillo dell'incontro, dopo il classico scambio di convenevoli e inviti alla collaborazione tra i due paesi, Putin ha approfittato per chiarire la sua posizione in merito agli accadimenti degli ultimi giorni.

Putin teme altri attentati chimici in Siria

Il leader russo ha affermato di essere in possesso di prove che dimostrerebbero che qualcuno starebbe preparando nuovi attacchi usando armi chimiche, come quello del 4 Aprile scorso, per poi far ricadere la colpa sulle truppe di Assad. Putin sostiene di essere stato informato da varie fonti che attentati simili sarebbero in preparazione in diversi luoghi della Siria, tra cui i sobborghi a sud della Capitale.

Stop alle armi Usa e inchiesta dell'Onu

Il presidente russo ha invocato un'indagine delle Nazioni Unite in merito ai fatti di Idlib, per stabilire di chi siano le responsabilità della strage che gli Usa hanno addebitato ad Assad, giustificando il lancio di 59 missili su una base dell'aviazione siriana.

Putin propone di affidare un'inchiesta ai tecnici dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw), con sede nei Paesi Bassi. Si tratta dell'organizzazione a cui nel 2013 fu affidato il controllo e la distruzione dell'arsenale chimico posseduto dall'esercito siriano, del quale lo stesso leader russo si era fatto garante.

Infine chiede agli americani di non compiere ulteriori attacchi contro la Siria, in quanto "è stato grazie ad un intervento simile che in Iraq è comparso e si è consolidato l'Isis."

Il caso iracheno

In merito al bombardamento americano in Siria del 4 Aprile Putin sostiene che il modus operandi americano ricorda gli accadimenti del 2003, quando Colin Powell mostrò all'Onu un campione di armi chimiche che gli Usa sostennero di aver rinvenuto in Iraq, spianando il terreno all'intervento militare.

"Una campagna che ha portato alla devastazione del paese e alla crescita del terrorismo, con l'entrata in scena dello Stato Islamico".

Le accuse ai paesi dell'Unione Europea

Nonostante i toni cordiali il presidente russo non ha rinunciato a dare una stoccata alle nazioni europee, sostenendo che avrebbero appoggiato i raid per ricucire le relazioni con l'amministrazione Usa, ricompattandosi contro il "nemico comune", identificato nella Russia e nella Siria. "Mi auguro che nonostante tutto possa emergere qualcosa di positivo, in un'ottica di collaborazione reciproca" ha concluso.