E' salito in cattedra da pochi mesi, ma Donald Trump ha già cambiato idea su numerose questioni sulle quali aveva basato la sua campagna elettorale. Il più vistoso cambiamento è quello nei confronti della Russia e del suo leader Vladimir Putin. In campagna elettorale aveva detto di volere ricucire le relazioni con la diplomazia russa, al punto che i suoi detrattori ipotizzavano che Mosca avesse in qualche modo agevolato la sua vittoria. Ma alcune prese di posizione di Trump ed infine il bombardamento condotto in Siria hanno incrinato le relazioni tra i due paesi in modo ancora più evidente, facendo tornare il mondo in un clima da guerra fredda.
La posizione sulla Nato
In campagna elettorale il presidente americano aveva dichiarato che l'Alleanza Atlantica fosse un'istituzione inutile e ormai obsoleta, lamentando la forte spesa sostenuta dagli USA in favore della Nato, arrivando a paventare l'uscita degli Stati Uniti. Ma nei giorni scorsi ha cambiato idea, sostenendo che l'Alleanza è utile contro il terrorismo, anche se nell'ambito di un incontro con il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha chiesto maggiore impegno economico in favore dell'Alleanza da parte delle altre nazioni che la compongono.
La posizione su Cina e Federal Reserve
Intervistato dal "The Wall Street Journal" nei giorni scorsi, ha dichiarato di non avere intenzione di etichettare la Cina quale "manipolatore di valuta", come aveva promesso di volere fare sin dal primo giorno del suo mandato.
Il cambiamento sarebbe stato maturato dopo l'incontro con il presidente cinese Xi Jinping, ed è probabilmente dovuto al voler scongiurare le conseguenze che questo avrebbe potuto avere nelle relazioni con il colosso asiatico.
In campagna elettorale aveva definito Janet Yellen - presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana - quale "membro della cabala globale che controlla il potere del governo americano", ma anche in questo ambito Trump ha fatto retromarcia.
Nella recente intervista al Wsj ha affermato di nutrire rispetto per lei, sottolineando come il suo operato fosse indipendente da quello del governo. Trump non ha cambiato opinione solo sulla presidente, ma anche in merito all'operato della banca centrale: prima sosteneva che la politica dei bassi tassi praticata dalla Fed aveva danneggiato i risparmiatori, mentre oggi afferma di ritenere positivi i bassi tassi di interesse.
Un altro cambiamento di Trump in ambito bancario ed economico riguarda l'Export-Import Bank, che in campagna elettorale aveva definito un "inutile carrozzone", mentre oggi la elogia sostenendo che "ha aiutato molte piccole imprese".