Dopo la cancellazione delle Sanzioni sul Nucleare imposte dall'Onu negli ultimi 10 anni, l'Iran non ha ottenuto la crescita economica assicurata dal presidente uscente Hassan Rohani. Il candidato infatti aveva promesso industrializzazione, apertura verso l'occidente e ricchezza nella nazione del medio oriente, attraverso una politica moderata-progressista volta allo sviluppo sociale ed economico. Il 19 maggio le urne saranno aperte, e l'opposizione vede contrapposto al moderato Rohani il più conservatore Ebrahim Raisi, candidato che se eletto condurrebbe il paese ad una chiusura verso l'occidente, puntando alla costituzione di un governo rigido e religioso, il quale minerebbe inevitabilmente la già difficile situazione medio orientale.
L'Iran è il principale alleato ad Assad in Siria contro i ribelli curdi e lo Stato Isamico, ed inoltre è considerato anche il "burattinaio" dietro al gruppo Hezbollah, il quale opera per l'egemonia dei traffici marittimi nel Golfo Persico, in opposizione all'Arabia Saudita.
Iran: crescita economica promessa ma fallita
L'Iran ha investito molto nell'ultimo periodo sul settore industriale delle scienze e della tecnologia. Ad oggi il paese conta molte strutture all'avanguardia, sia per quanto riguarda la formazione dei giovani, sia per la presenza di molte aziende operanti nel settore. Dopo l'accordo sul nucleare sancito tra Iran e stati definiti "5+1", cioè i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu con diritto di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia, Cina e Germania), l'Iran ha visto una diminuzione delle sanzioni economiche imposte alla nazione causa il nucleare.
Necessaria apertura con Occidente: Raisi sfrutta fallimento Rohani
Attraverso questi accordi, il paese ha ricevuto ingenti entrate di capitale estero in cambio di petrolio. Ciò però non ha permesso la completa industrializzazione della nazione, anche a causa del crollo dei prezzi del greggio, e soprattutto a causa delle sanzioni.
Ad aggravare ciò, sono stati inoltre i blocchi sull'immigrazione imposti da Donald Trump nel territorio. Molti emigrati iraniani infatti non hanno più potuto dirigersi in paesi anglosassoni dopo la politica adottata della Casa Bianca, a vantaggio però dell'Unione Europea. Una forte presenza di personale qualificato iraniano è infatti una realtà, soprattutto in Germania.
Gli iraniani all'estero vorrebbero tornare al proprio paese ed effettuare un'opera di industrializzazione della nazione, se solo ce ne fosse la possibilità. L'Iran ha un potenziale industriale valido e se Rohani vincesse le Elezioni, l'apertura all'occidente e la crescita industriale sarebbe quasi assicurata. Se invece le elezioni avrebbero come risultato l'elezione di Raisi, il paese cadrebbe in una politica conservatrice, volta alla chiusura verso il mondo e al tradizionalismo.