Il Senato ha approvato la proposta di legge sul reato di tortura con 195 voti a favore e 8 contrari. Tra i 34 astenuti risulta Luigi Manconi, il senatore del PD che, nel marzo del 2013, si presentò come firmatario del ddl. Da allora, il testo della normativa è rimbalzato più volte tra le due aule del Parlamento, subendo diverse modifiche. A pesare sul disegno di legge, gli appelli continui dei familiari di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e Giuseppe Uva, le audizioni in Parlamento dei sindacati di polizia, e la condanna della Corte di Strasburgo nel 2015 all'Italia per i fatti riguardanti il G8 di Genova.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, si aspettava una proposta legislativa più in linea con il diritto internazionale. Ecco le sue dichiarazioni, rilasciate a Blasting News:
Se la Camera approvasse il ddl, lei ritiene che le vicende giudiziarie che riguardano Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, i morti e i feriti della scuola Diaz o della Caserma di Bolzaneto, troverebbero giustizia?
La troverebbero più facilmente, l'avrebbero trovata più facilmente, se il legislatore si fosse limitato a prendere la definizione di tortura della Convenzione Onu del 1984, tradurla in un buon italiano e trasformarla in norma dello Stato. Così non è accaduto e, quindi, con questo testo che da un lato definisce la tortura in un modo annacquato, e dall'altro risulta persino ridondante, allungato ecco, non riesco a rispondere alla domanda con certezza, ma certo, resto molto dubbioso.
Secondo lei perché c’è questa forte resistenza nonostante la Convenzione contro la tortura dell’Onu del 1984 sia stata ratificata nell'88 dal Parlamento italiano?
In questi trent'anni, l’obiettivo costante è stato quello di non fare qualcosa che suonasse come criminalizzante delle forze di polizia, quando l'obiettivo non era per niente quello.
L'equivoco è stato quello, si è pensato che si volesse la legge contro la tortura perché "la polizia tortura", e si ha paura che la normativa passi per essere una legge contro la polizia, ma non è assolutamente così. Nessun paese adotta una legge contro la tortura per criminalizzare le forze di polizia, lo fa per isolare quei comportamenti criminali dall'insieme dei comportamenti rispettosi della legge e della professione che sono adottati dalla maggior parte degli agenti.
Che cosa chiede Amnesty al Parlamento?
Questo testo inadeguato e insufficiente va alla Camera. Lì non so che cosa succederà ma, naturalmente, finché c’è un testo su cui una parte del Parlamento discute, il nostro obiettivo è quello di cambiarne completamente impostazioni e contenuti, per avere una legge contro la tortura che sia in linea con il diritto internazionale. Oggi come oggi, con l’argomento della reiterazione, con questa inaccettabile limitazione del concetto di tortura mentale, siamo bene al di sotto di ciò che ci chiedono le Nazioni Unite.