Le regole attraverso cui far decidere agli italiani i propri rappresentanti parlamentari pare proprio che siano difficilissime da scegliere. Dopo la ‘vaccata’ del Porcellum, infatti, sono allo studio ormai da più di un decennio i nuovi sistemi elettorali per sostituirlo. Finora tutti quelli elaborati sono sempre stati dichiarati di transizione, in attesa di riuscire a produrre quello più adatto al nostro Paese. Visto che è così difficile fare un “sistema italiano”, si sta decidendo di adottarne uno scimmiottandolo dallo stampo mitteleuropeo. Ad essere più gettonato in questo momento è il sistema che ha permesso alla Merkel di rimanere alla guida della Germania per ben tre mandati di fila.

Il tedescum (o per qualcuno tedeschellum)

Ma in sintesi che cosa prevede la legge elettorale tedesca? Il sistema tedesco è un proporzionale misto, poiché prevede una soglia di sbarramento per i partiti più piccoli, con in più una personalizzazione del voto. Arrivano a poter formare il governo il partito – o i partiti, visto che anche la Germania non è esente da governi di coalizione - che prende in proporzione il maggior numero di voti a livello nazionale. La personalizzazione è data dal fatto che gli elettori possono scegliere il proprio candidato nel collegio uninominale, determinando in tal modo un rapporto diretto tra elettore ed eletto. Grazie al meccanismo di correzione che prevede una soglia di sbarramento per i partiti più piccoli, in Germania evitano che i governi vengano destabilizzati da chi rappresenta una parte minima dell’elettorato.

In Italia di micro-partiti ne abbiamo un’infinità, quanti siano quelli capaci di superare la soglia di sbarramento, stabilita al 5%, probabilmente molto meno. A stemperare la durezza dello sbarramento, garantendo una certa rappresentatività anche ai cosiddetti cespugli, è la possibilità per i candidati tedeschi più votati nei collegi uninominali di sedere in parlamento.

Il sì di Grillo e la previsione di elezioni a settembre

Si sa che il leader del Movimento 5 Stelle non ama particolarmente la stampa e trova molto difficile anche dialogare con le altre forze politiche in campo. Il sì di GRILLO alla legge elettorale modellata sul sistema tedesco, perviene quindi puntualmente tramite il suo blog.

Rassicurato dall’approvazione dei pentastellati, Matteo Renzi ha deciso di accelerare sulla legge elettorale e ieri ha fatto sapere che si deciderà tutto nella giornata odierna. Tempi strettissimi che prevedono una scaletta molto serrata: si comincia con il votare mercoledì 31 maggio, dopo la direzione Dem; entro il 5 giugno votazione finale in commissione; il 7-8 giugno, prima delle amministrative, il via libera alla Camera dei deputati. Visto che ormai tutti i maggiori partiti sembrano d’accordo per il tedescum, si prevede di anticipare il voto al Senato, da fine luglio direttamente agli ultimi giorni di giugno.

Le polemiche del leader di M5S sulle elezioni di settembre

Per Grillo è fondamentale arrivare alle elezioni entro le prime due settimane di settembre perché: “il 15 settembre è il giorno in cui i parlamentari si assicurano la loro pensione da privilegiati – ha fatto sapere il leader dei pentastellati - è fondamentale che si vada al voto prima di questa fatale data.” Per tutta risposta Renzi gli manda a dire che per quanto lo riguarda non ci sono problemi, ma non è una prerogativa del Pd stabilire la data delle elezioni.

D’altronde Renzi ha delle gatte da pelare all’interno del suo stesso partito, soprattutto per quanto riguarda lo scoglio del Senato: i numeri sono piuttosto risicati e non sono tutti che all’interno dei dem hanno voglia di elezioni anticipate.