Le destre europee hanno fallito l'approdo anche nell'ultima spiaggia utile. Quello di Marine Le Pen in Francia sarà stato anche il miglior risultato elettorale di sempre del Front National, ma dati alla mano è stata una netta sconfitta, oltretutto parecchio annunciata da sondaggi politici che vedono restituita in pieno la propria credibilità dopo la figuraccia rimediata negli Stati Uniti con l'elezione di Donald Trump. Le urne francesi hanno dunque seguito il trend di quelle austriache ed olandesi: ovunque, la presunta marea populista ha seminato proclami più o meno forti, sull'onda della crisi economica e di una questione migranti che, in maniera assolutamente falsa e pretestuosa, è stata associata al terrorismo.
Il 'populismo di cartone' è stato stracciato dalle consolidate democrazie europee, i cittadini hanno scelto in maniera nitida ed inequivocabile: pertanto, parlare ancora oggi di 'poteri forti' che avrebbero determinato le vittorie di correnti europeiste contro le chiassose truppe euroscettiche e xenofobe, è soltanto materia di irriducibili 'opinionisti da tastiera' che farebbero figura certamente più dignitosa censurando i propri sproloqui e smettendola di postare 'fake news'. Chi starà certamente riflettendo sui risultati delle urne francesi è senza dubbio Matteo Salvini: con gli alleati europei sconfitti e la sua impossibilità di crescere come partito nazionalista, determinata dalle stesse peculiarità storiche della Lega Nord, il segretario del Carroccio è sempre più solo.
Il cavaliere, 'refugium peccatorum'
'Meno male che Silvio c'è', recitava testualmente una canzone da campagna elettorale, quando Silvio Berlusconi era ancora il leader indiscusso del centrodestra italiano. Il buon Matteo Salvini farebbe bene a farla propria, sebbene oggi Forza Italia e la Lega Nord non siano così distanti in termini di possibile bacino elettorale.
Entrambi sarebbero al 12 %, in base ai sondaggi politici, dunque una rinnovata alleanza consegnerebbe alle cifre un non disprezzabile 24 % che, sommato alle percentuali attribuite a Fratelli d'Italia, darebbe alla coalizione di centrodestra un risicato 30 %. Siamo dunque testa a testa con il Movimento 5 Stelle ed il PD, da politico navigato Silvio Berlusconi è consapevole che soltanto un centrodestra unito è in grado di offrire un'alternativa politica ai due partiti maggiori.
Peccato per lui che Matteo Salvini continui a fare orecchie da mercante. Il leder leghista non ha affatto gradito la soddisfazione espressa dal cavaliere nei confronti della neopresidenza francese assunta da Emmanuel Macron e la conseguente 'bacchettata' nei riguardi del possibile alleato. "Se Berlusconi la pensa come Renzi, Boldrini ed il M5S, se ritiene di fare l'Italia schiava dell'Europa e sottoposta all'arrivo incontrollato di immigrati, allora si scordi l'alleanza con la Lega", ha tuonato il segretario del Carroccio. La coerenza è una dote apprezzabile, in fin dei conti, anche se la Lega l'ha già messa da parte diverse volte in passato, quando l'ala del cavaliere di Arcore era un 'refugium peccatorum' che faceva da anticamera al governo del Paese. Con buona pace di Matteo Salvini, ancora oggi l'alleanza con Berlusconi è un amaro calice da bere.